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LA CHIESA VANITOSA

Carissimi,

Ho verificato sul dizionario: vanità indica il vano, il vacuo, l’inconsistente; vanitoso è chi coltiva la vanità, si affida all’apparenza; è fatuo, spocchioso, vanesio.

Insomma niente di raccomandabile o proponibile. Ed è inquietante associare cose del genere alla chiesa. Il sacramento, ogni sacramento, non può evitare lo scarto, e scarto sempre notevole, tra il signum (il significante) e la res (il significato). Ma qui si avrebbe addirittura un signum che contraddice e stravolge la res: la chiesa vanitosa come potrebbe raccordarsi e cosa potrebbe trasmettere di Gesù, il "figlio del falegname"?

Ma la chiesa è vanitosa? Paul Winninger, alla fine degli anni ‘60, raccolse un vasto materiale e lo sintetizzò in un volumetto: La vanità nella chiesa (Cittadella 1969) Vanità nella chiesa e non della chiesa. Giustamente perché non tutti nella chiesa coltivano fiocchi, ornamenti e titoli onorifici. Ma anche benevolmente perché i fiocchi, gli ornamenti e i titoli onorifici in questione riguardavano (e riguardano) coloro che, almeno nell'accezione corrente preconciliare, più che costituire una parte della chiesa identificavano il tutto della chiesa il papa, i vescovi, il clero.Comunque vanità nella (o della) chiesa superata o in atto? Leggo su un quotidiano (marzo ‘97) che il Vaticano avrebbe in cantiere un documento per abolire i titoli di eccellenza e di eminenza rispettivamente per vescovi e cardinali. Il che mi sembra chiara ammissione che la vanità ha ancora posto nella chiesa e posto non per personali fragilità ma - e la differenza non è di poco conto - per istituzionali concessioni. E il campionario rimane abbondante, spesso curioso, più di una volta decisamente ridicolo (si vedano, in particolare, le pp. 30-34 di Winninger: divertimento garantito!)

Solo fumo o se c'è il fumo c'è anche l'arrosto? Le mollezze di superficie segnalano ammollimenti di profondità?S Giovanni Crisostomo, e proprio nel Trattato sul sacerdozio (III,9), sostiene che "la sete degli onori è una delle passioni che maggiormente corrompono l’anima umana". Non a caso Gesù di Nazareth aveva messo in atto un vero concentrato di anticorpi, inventando addirittura la vanità rovesciata: chi vuole essere primo sia l’ultimo… E questo sistema immunitario sembra abbia funzionato - non contano umanissimi cedimenti episodici ed individuali - nel cristianesimo emarginato, perseguitato, comunque fuori dal giro di chi conta. Ma ha perso forza appena il cristianesimo è stato accolto ed inserito nei ranghi del sistema di comando. Perché associata al potere la vanità non è più vanità ma è gradi, divise, seggi, titoli dovuti. Perché ogni onore accordato ai cristiani è apparso onore al cristianesimo, momento di un trionfo della fede. E anche perché arrivarono per ecclesiastici oneri di supplenza e diventava facile associare gli onori al ruolo (laico) e non alla persona (ecclesiastica).Sta di fatto che molta della vanità si è introdotta nella chiesa per derivazione da costumi politico - sociali sia, inizialmente, dell’impero sia, successivamente, di altri sistemi dominanti (vasto il retaggio feudale).Vanità mutuata. Che però è diventata vanità difesa e anche incrementata in proprio.Terminato il regime beneficiario con la rivoluzione francese e con l’annessione da parte dell’Italia degli stati pontifici nel 1870, la chiesa non ha affatto abbandonato ciò che quel regime le regalava e che ora veniva scardinato dalle sue origini. Anzi la chiesa ha moltiplicato le proprie vanità proprio nel secolo XIX quasi a compensare la perdita del potere temporale, confermando come la vanità si sposi ad immaturità ed insicurezze.E c’è un dato curioso che riguarda proprio il titolo di eccellenza accordato ai vescovi. Mi fido di Winninger (oc, pp. 26 - 27): venne concesso ai vescovi italiani con decreto della Congregazione del Cerimoniale il 31 dic. 1930 e subito adottato dai vescovi di tutto il mondo, per rispondere a Mussolini che aveva concesso l’eccellenza ai prefetti italiani; non venne però cancellato per i vescovi quando è stato cancellato in Italia, per disposizione prima di Gronchi e poi di Segni, sia per i prefetti sia per lo stesso presidente della repubblica!Del resto i titoli si sprecano: ce n’è uno per ogni gradino gerarchico Partendo dal molto reverendo dovuto ad ogni sacerdote diocesano per salire a monsignore, eccellenza, eminenza, beatitudine, santità. Tra i religiosi il massimo è reverendissimo padre ( il superiore generale) mentre il molto reverendo padre qualifica il superiore provinciale (se non ricordo male nel trentino veniva chiamato sbrigativamente il padre molto!) e il semplice sacerdote si accontenta del reverendo padre. Vanità conservata Perché vanità teologizzata, in qualche modo sacralizzata. Non è un caso che la massima concentrazione e la fonte di tutti i titoli, insegne, paludamenti e distinzioni ecclesiastiche si collochi nella liturgia dove tutto ciò che esalta le persone passa come splendore del culto, come onore reso a Dio e anche - rovescio della medaglia - come epifania, segno e manifestazione della grandiosità e potenza divina.E questo è sufficiente per togliere alla vanità il marchio del vizio e promuoverla, se non a virtù, a valore. Anche frange, fiocchi, strascichi, colori, ori e gemme smettono di essere frivolezze e diventano cose sacre. dentro ma anche fuori del tempio.Qualcosa sta cambiando. Per decisione dal centro. L’ipotizzata abolizione di eccellenza ed eminenza segue altre decurtazioni di questi ultimi decenni: Pio XII aveva tagliato alcuni metri degli strascichi dei cardinali e, dopo il Vaticano II, altri provvedimenti sono andati nella linea di maggiore sobrietà e - è il caso di dirlo - di miglior gusto. Registro il crollo di un record legislativo: il Codice di diritto canonico del 1983 ha vanificato il primato del canone 239 del Codice del 1917 era il canone più lungo e - ovviamente! - elencava i privilegi dei cardinali.Cambiamenti anche per scelte e comportamenti di alcuni ecclesiastici Nel vestiario specialmente extraliturgico. Anche nei titoli: più di un vescovo chiede di essere chiamato padre magari non misurandosi adeguatamente, oltre che con Freud, con chiare avvertenze evangeliche (Mt 23, 8-10) e anche con l’ironia di qualche confratello come quella del vescovo di Como che ribadisce con il titolo di una sua rubrica giornalistica: "Chiamatemi eccellenza"!Qualcosa sta cambiando: la chiesa sta diventando meno vanitosa. E non è conversione di poco conto Può diminuire i rischi sia di servilismi che di autoritarismi. Parola ancora di S. Giovanni Crisostomo (oc,VI,3) "Gli onori che ordinariamente vengono resi ai preti sono occasione di un’infinità di mali . Essi si espongono agli assalti di due passioni contrarie, l’adulazione servile o la sciocca arroganza Si abbassano fino a terra dinanzi ai grandi per ottenere dei favori, poi gonfi per ciò che hanno ottenuto, si irrigidiscono contro i piccoli che opprimono col loro sdegno e cadono così negli abissi dell’orgoglio".

Martino Morganti
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