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COSÌ IN TERRA COSÌ IN CIELO

Carissimi,

"così in cielo così in terra". O il contrario?

C’è una gerarchia consolidata: il "sopra" comanda il "sotto". Uno schema di comodo. Da mettere in discussione. Ovviamente senza coinvolgere il testo del "Padre nostro". E anche concedendo qualcosa a possibili influenze celesti: a quelle astrali (e non mi interessano) e a quelle meteorologiche (che subisco sistematicamente).

Qui si tratta di un altro cielo. Il cielo che è oltre anche il cielo delle stelle e delle nuvole. Il cielo irraggiungibile ed inesplorabile anche volando nei cieli: Jurij Gagarin, era il 1961, gratificò l’ateismo statalizzato testimoniando di non avere trovato tracce nemmeno nella sua Vostok 1. È il cielo invisibile. Anzi dell’invisibile che è altra cosa dal non ancora visto o avvistato (gli extraterrestri...). Quindi esiste perché vogliamo che esista: la terra ci è stretta e non basta ad accogliere il nostro tutto? Quindi esiste come lo immaginiamo che sia; è come lo facciamo essere proiettando speranze e consolazioni o paure e sconforti.

E questo cielo assorbe soprattutto l’immaginario religioso. Tutto l’immaginario religioso: del divino e dintorni e dell’anti-divino e dintorni. Questo cielo ricompone, in uno sbrigativo "sopra di noi", il paradiso con l’inferno, gli angeli buoni con quelli cattivi. Insomma: cielo bello o cielo brutto riflettendo terra bella o terra brutta. Così in terra così in cielo.

Il cielo di Natale è bello (luce nella notte; affollamento di angeli festanti...) perché la terra di Natale, nell’attenzione a ritroso degli evangelisti, accoglie l’inizio di un uomo - un terrestre! - decisivo per la buona sorte degli umani.

Il cielo dei nostri giorni - ma non ne pretendiamo l’esclusiva! - tende decisamente al brutto e fa supporre che la terra proietti più male-essere che bene-essere. Il cielo dei diavoli sembra prevalere sul cielo degli angeli. Diavoli che scendono tra di noi facendo incetta di "invasi", "possessi", "assatanati" che arrivano, con il favore di lettori ed ascoltatori, agli onori della cronaca. Smentendo chi ipotizzava e ipotizza Satana votato alla strategia delle mimetizzazioni: C. S. Lewis di Le lettere di Berlicche come G. Papini e lo stesso Giovanni Paolo II: "L’ultima astuzia del diavolo è quella di spargere la notizia della sua morte"; "Il più grande successo del diavolo è quello di far pensare che non esiste".

Satana ama i primi piani. Con grande giovamento per sette e consorterie luciferine, per smanie del e nell’occulto e per nevrotici farneticamenti. Con profitti economici e di fama per esorcisti e demonologi. E. Balducci, non certo anonimo, confessava a difficoltà a distinguersi da un monsignore suo omonimo che passa per teologo perché scrive e parla di demoni. E lo stesso E. Balducci avvertiva: "Sono le alienazioni umane a partorire i diavoli, ma per capire le alienazioni umane niente giova quanto prendere sul serio l’immagine che l’uomo si fa dell’aldilà" (prefazione a G. Franzoni, Il diavolo mio fratello, Rubbettino, p XVII).

Troppi diavoli: oscurano il cielo cioè la terra. Ho voglia di angeli anche se sono totalmente esente da attrazioni verso l’angelogia. E accolgo con sollievo ogni accenno di un ritorno degli angeli. Perfino se debbo scoprirli ammiccanti a sostegno di furberie commerciali: sempre meglio un angelo di un diavolo anche negli imbrogli! Più graditi se gli angeli entrano nelle canzoni, nel cinema, in pitture da arredamento... L’angel-boom in atto non è un toccasana ma rasserena il cielo cioè la terra. Il ritorno degli angeli potrebbe cacciare i demoni. Potrebbe far sperare in un rimettersi in divenire l’avvicinamento all’Eden che ci attende liberati dal negativo e convinti dal positivo. L’Eden-profezia e non l’Eden-passato perduto. Ma l’Eden che, comunque, conserva gli angeli e "caccia" i demoni.

A favore del ritorno degli angeli vi trasmetto due annotazioni che ho registrato con piacevole attenzione.

La prima sta bene con il cielo di Natale o dei suoi presupposti: l’angelo dell’Annunciazione fa - o contribuisce a fare - anti-storia.

Il mito vedeva nella discesa degli angeli sulla terra la spiegazione dell’irruzione del male nel nostro mondo. Perché gli angeli, come figli di Dio, sulla terra seducevano le donne e dalla loro unione venivano generati i giganti, i potenti, i violenti della terra, gettando la terra in una catastrofe cosmica.

Con Maria l’angelo fa solo da annunciatore di un concepimento addirittura senza accoppiamento sessuale. E ne nasce un "figlio di Dio" che però assume la debolezza e il disarmo, l’impotenza e la pace (si veda: G. Theissen, La porta aperta, Claudiana, pp. 83-87).

La seconda considerazione sugli angeli sembra fatta su misura per chi si sente disperatamente disperso in massificazioni e anonimati. Si riferisce a Mt 18, 10: "in cielo i loro angeli (delle persone semplici) vedono continuamente il Padre mio, che è in cielo". Sembra si possa tradurre: in cielo c’è un angelo incaricato di ricordare a Dio il nome di ogni senza nome della terra. Non proprio un angelo "custode" e cioè protettore di incolumità fisica e di fortune varie. E nemmeno un angelo "controllore" di quanto si fa o non si fa. Ma un angelo che testimonia la personale resistenza, dignità e diritto inalienabile non trasferibile a nessun altro (si veda: G. Franzoni in Confronti, 1991, 8, 31)=.

Il cielo è invisibile e, quindi, soltanto immaginabile. Cioè: cielo brutto perché terra brutta; cielo bello perché terra bella. Immaginare angeli invece di demoni può significare colorare il cielo della salute della terra.

Appunto: così in terra così in cielo.

 

Martino Morganti


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