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SOMMARIO GENNAIO 2004

 

In questo numero:

 

EDITORIALE:

L’informazione: interessi, retorica e silenzi - di Andreina Cafasso

Abbiamo voluto cominciare l’anno parlando di informazione e il grave momento che essa attraversa in Italia: conflitto d’interessi, manipolazione delle notizie, informazioni che fanno fatica a giungere nelle principali testate perché non fanno audience e quindi non fanno vendere pubblicità e non fanno guadagnare. La nostra Andreina Cafasso così ci dice: «L’informazione è di vitale importanza per il potere economico-finanziario, oggi imperante, nonché per il potere politico, già suo vassallo ma, nel caso dell’Italia, sua controfigura, possedere e controllare questo mezzo di informazione di massa. L’idea di perdere una rete, la prospettiva di perdere incassi pubblicitari, era insostenibile per Mediaset e per Berlusconi; piuttosto si è fatto ricorso alla promessa di un mirabolante allargamento delle frequenze, di cui le persone non sentono l’esigenza, che provocherà uno stimolo all’acquisto di nuovi costosi televisori, o per lo meno all’acquisto di decoder con incentivi (tanto paga il contribuente, anche chi è contrario...). La legge Gasparri è stata definita “la prima legge futurista della nostra storia” (v. La Stampa del 3-12) perché si riferisce ad una realtà che ancora non esiste per mantenere il privilegio che già esiste. Altro che conflitto di interessi che il precedente governo di centrosinistra non ha voluto affrontare, qui c’è una piena coincidenza di interessi! E che interessi! “Se la legge Gasparri fosse stata diversa, Rete4 l’avremmo dovuta chiudere perché da 700 miliardi di pubblicità saremmo passati a 12" – parola di Silvio Berlusconi». E poi c’è stata la retorica del deplorevole “spottone” pubblicitario alle Forze Armate. Sentite qui: «Un esempio di manipolazione del consenso. In occasione dell’attentato ai carabinieri italiani di stanza a Nassirya in Iraq il 12 novembre, che è costato la vita a 19 Italiani e a 8 Iracheni, attraverso ore e ore di servizi e dirette televisive si è fatto appello a sentimenti profondi, come il dolore per la perdita di giovani vite (ma quante giovani vite irachene sono state falciate da questa guerra?) per un preciso calcolo politico: “ per rafforzare il sostegno, attraverso la nostra presenza militare, della guerra di Bush che può, in caso di successo, permettere al nostro governo di partecipare ai lucrosi contratti della ricostruzione” (Un ponte per...).

Si è cercato di far diventare popolare un conflitto che non lo è mai stato, una guerra preventiva fondata su ragioni rivelatesi infondate e non avallata dall’ ONU, a cui, sull’esempio della Francia e della Germania, era consigliabile non partecipare e che, invece di diminuire il pericolo del terrorismo, lo fa aumentare. Si devono piangere tutte le vittime di tutte le guerre e delle violenze, ma soprattutto si devono risparmiare altre vite umane e non immolarle sull’altare del potere. Le vite dei nostri carabinieri morti in Iraq erano vite di giovani uomini, certamente volontari, ma provenienti dalle zone più povere del Paese. Su 16 militari morti a Nassirya, 11 erano meridionali, questo vorrà pur dire qualcosa. Come non pensare che sarebbe infinitamente meglio offrire ai giovani come loro altre e meno rischiose possibilità? (…)»

 

RUBRICA TEMPI DI SORORITA’: “La meta è una teologia integrale” – di Catti Cifatte

Intervista a Lilia Sebastiani  laureata in lettere moderne all’Università di Roma “La Sapienza”, ha compiuto gli studi di teologia, prima all’Istituto Teologico di Assisi, poi all’Accademia Alfonsiana di Roma, dove ha conseguito nel 1986 il dottorato di Teologia Morale. Ha pubblicato Morale personale (Piemme 1991); Tra-Sfigurazione (Queriniana 1992); Donne dei Vangeli (Paoline 1994); Maria ed Elisabetta. Icona della solidarietà ( Paoline 1996); Il terzo cielo. L’ultimo anno di Iacopone da Todi (Paoline 2000). Insegna e svolge attività di articolista e conferenziera in materia teologica, con una attenzione particolare alla condizione femminile nella Chiesa.

«Anche se è necessario sottolineare la presenza e la soggettività femminile – dice Sebastiani - la meta a cui si deve tendere è una teologia integrale, un ethos di reciprocità, un’ecclesiologia di comunione»

 

Quale Europa: vecchia o nuova? Le “piccole riviste” di base al loro secondo convegno – di Enrico Morresi

«(…) Nel novembre scorso, si sono ritrovate le “piccole riviste” che a Erba, nell’autunno del 2002, avevano inaugurato la buona abitudine di ritrovarsi a parlare dei problemi di comune interesse, e soprattutto del modo di coniugare la morale del rispetto, della condivisione e della pace, che sta alla base della loro ispirazione, con situazioni nazionali e internazionali che sembrano destinare all’irrilevanza i loro sforzi e la loro stessa esistenza. Hanno partecipato all’incontro di Rho le seguenti testate: Dialoghi, Keshet, Il Foglio, Il Margine, Mosaico di pace, Il Gallo, Tempi di fraternità, Qol, Dialogo, Il Gallo-Notam. (…)».

 

INSERTO SPECIALE  “Il potere della comunicazione” – di Tiziana Montaldo

Sono in pochi e si spartiscono il dominio dell’informazione globale. Storie di soprusi dei grandi network, ma anche di battaglie di giornalisti che vogliono mantenere “la schiena dritta”. Sempre di Tiziana Montaldo ci informa che è nata una rete di giornalisti «(…) primo progetto di cooperazione decentrata mai realizzata in Italia. Volontari per lo Sviluppo, il mensile di 14 ong italiane, in collaborazione con il Cisv, ha avviato un sostegno di alcuni media indipendenti del Sahel, anche grazie la finanziamento della Regione Piemonte. (…)». Pubblichiamo in queste pagine tre esperienze di giornalismo dall’Africa: parlano giornalisti del Camerun, del Mali e del Burundi.

 

Appello di personalità del mondo della cultura e delle religioni

per stabilire metodi di garanzia del pluralismo religioso nel sistema mass-mediale. L’appello è promosso dalla Libreria Claudiana, dalle Chiese valdesi, metodiste e battiste della Lombardia, dal gruppo cattolico Noi Siamo Chiesa, dalla Comunità cristiana di base di Pinerolo e dal periodico Viottoli, ed è appoggiato da Italialaica.

Pubblichiamo a pagina 31 questo importante documento sottoscritto tra gli altri da Paolo De Benedetti, Gabriella Caramore, Gianni Vattimo, Stefano Allievi e altri che troverete elencati.

 

Dobbiamo imparare la lingua dei marziani…se vogliamo sopravvivere! – di Giovanni Sarubbi

Parlare gi giornalismo e informazione vuol dire parlare di linguaggi. E non si poteva non tenere conto di quelli giovanili e tecnologici come quelli utilizzati dagli adolescenti con i cellulari ed i loro sempre più criptici SMS. «Nel mondo ipertecnologico delle nostre società occidentali, ritorna il predominio della parola parlata e delle immagini, simili agli ideogrammi cinesi, per comunicare. Le regole della grammatica e i generi letterari finora inventati, tutti nel cestino. Il grande patrimonio letterario dell’umanità, ignorato dai più. I codici della comunicazione degli SMS usati tra i giovani ci interrogano sempre più. Complici sono le nuove tecnologie».

 

Stralcio del discorso da La guerra del Peloponneso, libro II di Tucidide

Tema: la democrazia spiegata agli ateniesi.

Parlando di informazione e mass media non potevamo non rendere conto della censura subito dall’attore comico Paolo Rossi per conto della RAI. I dirigenti della televisione di Stato, nel novembre 2003, hanno ritirato l’invito al comico a “Domenica In” perché avrebbe letto a modo suo questo testo che egli ha inserito nel suo spettacolo “Il signor Rossi e la Costituzione” che sta portando in giro nei teatri italiani. Ricordiamo, come già altri hanno fatto, che questo testo continua ad essere studiato sotto forma di versione di greco nei licei classici italiani. E nessuno si è mai sognato di togliere questa pagina che rappresenta la più alta forma di esempio di democrazia greca che potrebbe calzare a pennello anche da noi. E nessuno dovrebbe scandalizzarsi se l’Italia di oggi fosse un Paese normale!

«Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo è detto democrazia. Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora egli sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se preferisce vivere a modo suo. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e le leggi, e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono un’offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero. Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Un uomo che non si interessa dello Stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione un ostacolo sulla strada dell’azione politica. Crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo il frutto del valore». Pericle 495-429 a.C.

 

RUBRICA SULL’ETERNITA’: “Vivere per Amare – Amare per vivere” - a cura di Mario De Bernardis

Terza puntata della rubrica sul tema dell’Eternità curata da Mario De Bernardis. Fino alla prossima primavera Tempi di Fraternità continuerà a trattare dell’Eternità, argomento affascinante ma oggi considerato quasi un tabù, un qualche cosa di difficile.

Nello stesso periodo partirà un sondaggio sul nostro sito www.tempidifraternita.it, che risponde alla domanda CHE COS’E’ L’ETERNITA’?, un semplice confronto senza la pretesa di avere un vero e proprio valore statistico con dati e cifre. Diamo tempo fino al maggio del 2004 quando chiuderemo questo sondaggio con la pubblicazione delle risposte pervenute nei numeri cartacei estivi di Tempi di Fraternità del 2004.

Rifletterci su arricchisce lo spirito… e non costa nulla!





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