SPECIALE PORTO ALEGRE
ANCHE TEMPI DI FRATERNITA’ AL FORUM SOCIALE MONDIALE 2002
Oltre a non perdervi l’inserto speciale di Porto Alegre (Brasile), allegato al numero di marzo 2002 di Tempi di Fraternità e dedicato al Forum Sociale Mondiale 2002 che si svolgerà dal 31 gennaio al 5 febbraio, potrete inoltre avere un "assaggio in pillole" anche sul nostro sito http://www.tempidifraternita.it/
La nostra rivista sarà infatti presente al FSM con ben tre suoi collaboratori: Filippo Laurenti, Manuela Bolognini (che raccoglieranno commenti, interviste, flash e quant’altro avverrà al Social Forum brasiliano) e Fausto Caffarelli (che scriverà commenti politici per i prossimi numeri di Tempi di Fraternità).
L’editrice e la redazione di Tempi di Fraternità
Porto Alegre, 31 gennaio 2002 h.16.50
Ciao amici,amiche,lettori e quant’altro
un conto è leggere che a Porto Alegre ci saranno 100 mila persone e 800 seminari, un altro è essere qui e vedere con i propri occhi la baraonda planetaria che si appresta a vivere cinque giorni di riflessione su un mondo diverso da quello disegnato da multinazionali e cantori del neoliberismo.
E’ una sensazione particolare, difficile da descrivere. Per il momento mi sembra di essere dentro un caos allucinante, ma ci sono tutti i presupposti perché le tessere del mosaico si mettano piano piano al loro posto grazie a una macchina organizzativa che sta lavorando a pieno regime.
Sono arrivato che Dio la mandava giù, una pioggia torrenziale come, mi dicono, da queste parti non si vedeva da settimane, ma da qualche ora il sole ha fatto capolino e comincio a sentire sulla pelle il caldo brasiliano. Porto Alegre mi ha subito stupito favorevolmente. Sui finestrini dell’autobus che da casa mi ha portato alla Pontificia Università (PUC), sede principale del Forum, ho letto delle poesie scritte da abitanti della città e non è proprio il tipo di cose che ti aspetti di trovare su un pullman.
Il Forum inizierà domani 1 febbraio, oggi c’è stato un antipasto con la conferenza di Noam Chomsky sulla guerra che non ho seguito e sulla quale, se posso, vi invierò qualche notizia a breve. Il problema di fondo è che qui si parlano tutte le lingue meno la nostra e le mie conoscenze d’inglese, francese e portoghese sono prossime allo zero. Vedrò di arrangiarmi. Ho già intravisto qualche politico italiano e magari una piccola intervista ci scappa pure. Dicono che il futuro della sinistra italiana passa da queste parti.
Alla prossima.
Fausto Caffarelli.
Porto Alegre, 1 febbraio, h.19.00
Finalmente mi siedo! Provo a buttarvi giù qualche veloce impressione su questa prima giornata piena del Forum. E’ da stamattina che sono in barricato in sala stampa alla caccia di notizie, voci, impressioni.
E’ complicato stare dietro al fiume degli eventi. La massa d’informazioni è tantissima e a malapena si riesce a capire qualcosa di una singolo seminario, figuriamoci dell’intera giornata. Il Forum affascina e turba, almeno chi ha il dovere d’informare. Le parole sono tante e ti rendi conto che hai tra le mani una ricchezza inusuale, ma dall’altra parte l’incapacità di dominare pienamente il flusso delle informazioni mi crea qualche angoscia.
Oggi ho sentito risuonare spesso la parola "Argentina" , ma credo che capiterà anche nei prossimi giorni. E’ inevitabile. Questo paese è attualmente il simbolo drammatico dei guasti provocati dalle politiche neoliberiste. Il timore che serpeggia tra molti dei presenti qui a Porto Alegre è che il virus si possa diffondere da altre parti, magari a partire proprio dal Brasile attraversato da forti tensioni sociali - solo due settimane fa è stato ucciso un sindaco del Pt, il partito dei Lavoratori che si candida seriamente a prendere la guida del paese alle prossime elezioni presidenziali - e da una crisi economica che l’amministrazione Cardoso ha risolto solo in minima parte.
Non può mancare il riverbero della politica di casa nostra. Non si parla di Berlusconi, che sollievo!, ma in compenso il dibattito infinito sul futuro della sinistra italiana si E’ spostato qui a Porto Alegre.
Li ho visti tutti (o quasi): Bertinotti, Folena, Salvi,Veltroni, comunisti italiani, movimentisti, diessini. Non so se stanno definendo quel progetto che giorni fa un editoriale del Manifesto, firmato da Riccardo Barenghi, indicava come inevitabile per uscire dalla secche attuali, ossia un partito che raccolga i pezzi sparsi che non riescono più a identificarsi in un disegno di sinistra moderata quale quello di Fassino, D’Alema e compagnia cantando. Certo è che qui, se stanno cercando idee e progetti, troveranno materiale a non finire. E poi c’è la gente. La trovi dappertutto. Fa la fila per andare ai servizi o per acquistare un panino da consumare in fretta. Suda, applaude,prende appunti e riempie le conferenze. E’ un girotondo di facce che crede nell’utopia di un mondo diverso.
Fausto Caffarelli.
Porto Alegre, 2 febbraio 2002, h 18.00
Chomsky ama il Forum e il Forum ricambia. L’eco dell’intervento di ieri del linguista americano è ancora molto forte. E’ stato accolto e applaudito come una star e non ha tradito le attese dei suoi "tifosi", ribadendo concetti che aveva già espresso in altre sedi, prima di tutto l’equazione tra terrorismo e politica statunitense, oltre alle solite critiche alle elites internazionali chiamate "Masters of the Universe". Ho sentito ragazzi che lo definivano un eroe, un modello da seguire. E’ un intellettuale che colma il vuoto d’idee e di proposte che le nuove generazioni, o almeno una parte di esse, non riescono a coprire con le risposte che arrivano dalla politica tradizionale. Forse fin eccessivo l’entusiamo da stadio, perché Chomsky è Chomsky, ma non è il caso di trasformarlo in un "santino" da dalle cui labbra pendere a prescindere. Credo che non lo voglia neanche lui. Sia chiaro, qui a Porto Alegre non è che tutti vanno d’amore e d’accordo. Venti dirigenti sindacali brasiliani hanno preso le distanze da quello che considerano un certo "annacquamento" delle idee e intendono boicottare gli incontri. Contestano il fatto che si parli poco di Afghanistan, mentre ci sono seminari sulla guerra in Colombia e in Palestina, e attaccano la linea moderata del Forum, con la quale si vorrebbe disegnare una globalizzazione dal volto umano. Per intenderci. A qualcuno la Tobin Tax pare una rivoluzione, a loro una "reforma de pequena estatura". In effetti che non ci sia una sessione speciale dedicata alla guerra afgana, anche se poi è argomento che viene sfiorato in quasi tutte le conferenze, lascia perplessi. Ma la presa di distanza dall’uso della violenza è un punto assolutamente fermo, senza ombra di equivoci, anche quando la violenza è rivoluzionaria o colorata di rosso. Su questo i responsabili del Forum non transigono e hanno negato l’accesso sia ai guerriglieri baschi che a quelli colombiani delle Farc. La nostra delegazione è in fermento. Alla conferenza stampa di oggi Luca Casarini, il "Marcos dE’noantri" (detto con simpatia, anche se a volte certe sue pose "bellicistiche" sono indigeribili), ha annunciato che i disobbedienti si sposteranno in massa a Buenos Aires per una grande manifestazione che si terrà il 10 febbraio e che il movimento italiano intende essere presente in gran forze nelle lotte sociali che si svilupperanno da noi nei prossimi mesi. Vi lascio perchè ho una fame bestiale!
Fausto Caffarelli.
Porto Alegre, 3 febbraio , h.20,30
La violenza è entrata nel Forum. Stamattina dei ladri hanno assaltato la banca interna della Università Pontificia, la sede che ospita gli incontri principali, e uno di loro ci è rimasto secco. La Confederazione Unitaria dei Lavoratori (Cut) di Porto Alegre è stata oggetto di visita poco gradita da parte di ignoti che hanno trafugato computer e denaro. L’altro ieri a Sao Paolo, assalto a una delle sedi centrali della Cut. I fili si possono legare o no tra loro e magari la rapina alla banca è un episodio a sè, ma come diceva Agatha Christie, una coincidenza è una coincidenza,due coincidenze sono due coincidenze, tre coincidenze fanno un sospetto. Il Forum fa paura. Il fermento sociale che rimbomba in tutte le sale e nelle manifestazioni che si susseguono in questi giorni altrettanto. Il movimento d’idee e di progetti non fa dormire sonni tranquilli a qualcuno. A ottobre in Brasile si vota per le elezioni presidenziali e Lula,il candidato del Partito dei Lavoratori, ci riprova per l’ennesima volta, con buone probabilità di vittoria. E se Lula vince lo spirito di Porto Alegre potrebbe allargarsi in tutto il paese e ai grandi latifondisti, ai poteri forti che controllano il Brasile, beh, questa cosa proprio non piace. E se Lula va a Brasilia e diventa presidente il grande progetto d’integrazione economica che gli Stati Uniti vorrebbero imporre a tutto il continente americano, l’Alca, va a farsi benedire. Stiamo all’occhio nei prossimi mesi. Da queste parti si sta giocando una partita importante. Il percorso che porta alle elezioni presidenziali E’ disseminato di mine e il rischio di un’involuzione democratica non E’ poi cosi’ campato in aria.
Alle conferenze stampa della delegazione italiana non vedo mai quelli della Rete Lilliput, a parte una fugace apparizione di ieri di Roberto Brambilla del nodo di Milano in una scena da non perdere. Il buon Brambilla presentava alla stampa il nuovo indice di sostenibilità che dovrebbe mandare in pensione il Pil e gli altri della delegazione, non tutti ma una buona parte sì, non brillavano in attenzione e avevano la faccia di chi pensa: "Ma questo quando la finisce? Aho, noi dovemo parlà de rivvoluzione!!!". Antico problema del movimento, far convivere le differenze e trovare una sintesi efficace tra l’anima barricadera e quella più "pensante" , meno avvezza agli antagonismi. Entrambe sono necessarie, probabilmente, e la comunicazione con la stampa vuole la sua parte, ma è bene che tutti abbiano spazi di visibilità anche se non fanno ricorso a slogans ad effetto. Domani si chiude.
Fausto Caffarelli.
Porto Alegre, 4 febbraio 2002, h.20,15
Si chiude! Il Forum è arrivato al capolinea. Qualche seminario è ancora in corso e si sente l’applauso che saluta la fine delle ultime conferenze, in prossimità della sala stampa. La stanchezza si legge sul volto di tutti e anche il sottoscritto, come si suol dire, è arrivato alla frutta. Premessa. Del Forum vi ho fatto una fotografia piccolissima,un ritratto minuscolo e non lo dico per falsa modestia. E’ cosí, perché ho avuti enormi problemi con la lingua – ma sentire parlare Agnoletto in inglese mi ha confortato - , perché qui si è affrontato l’universo mondo e perché ho peccato di inesperienza. Ma mi riprometto di far meglio. A Firenze, è una decisione di queste ore, si terrà il primo Social Forum Europeo e con la mia lingua non dovrei avere problemi. A parte le battute. Il movimento sta maturando. Questo è un dato di fatto. Ci sono contraddizioni, d’accordo, bisogna arrivare a fare una sintesi tra l’anima rivoluzionaria e quella più moderata, ma il popolo di Porto Alegre ha lasciato alle spalle l’età dell’adoloscenza ed è diventato grande. Due cose: 1) non chiamiamolo più popolo di Seattle, perché la protesta sta lasciando sempre di più spazio alle proposte concrete 2) buttiamo nel cestino il termine "no-global" perché una definizione del genere è semplicemente ridicola, ripeto ridicola, quando in una conferenza come quelle che si sono tenute in questi giorni ti ritrovi mezzo mondo intorno.
Tante le questioni affrontate: il debito estero, il rapporto tra democrazia e comunicazione,la cittadinanza attiva, i modelli economici, la guerra, la fame, la lotta per la terra, l’Argentina, l’educazione. Diciamo che ci sarebbero volute una decina di annate di Tempi di Fraternità. Mi limito a dire che uno dei bersagli preferiti sono state le privatizzazioni selvagge e il dramma in corso dell’Argentina ha fornito l’esempio giusto giusto.In Europa basta vedere la fine che stanno facendo le ferrovie inglesi e la musica non cambia. Anche l’acqua sta cadendo in questa trappola. Scarseggia sempre di più, provoca guerre e su di essa, lo diceva oggi, in conferenza stampa, l’economista Riccardo Petrella si sta allungando la longa manus dei privati. Ma l’accesso alle risorse deve rimanere gratuito perché l’acqua è innanzittutto un diritto e non un bisogno. Questo significa che non tutto può essere ridotto a mercato perché, come ha ha detto Frei Betto in una conferenza, "la natura, la vita, i diritti umani, la libertà, l'amore, la cultura, non sono merce". Altra considerazione è sulla democrazia. Trastullarsi con l’idea che tutto si risolva in una cabina elettorale è da ingenui. La società civile deve esprimersi sulle grandi scelte economiche, sugli orientamenti da dare alla distribuzione e alla produzione finora appaltate a organismi internazionali che di rappresentativo hanno ben poco. In questo senso va una delle iniziative nate al Forum, il Tribunale internazionale del debito estero, composto da esperti giuridici e personalità, che invierà all’Onu le sue conclusioni sulle ricadute negative del debito nei paesi poveri.
Ci sarebbe tant’altro. Nel dossier che Tdf sta approntando troverete quello che manca. Un altoparlante della Pontifica Università trasmette le note di Imagine. Migliaia di persone in questi giorni ci hanno provato. Domani si troveranno nella grande sala della PUC per la manifestazione finale.
Fausto Caffarelli.
![]() |
![]() |
Campeggio Carlo Giuliani |