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... ed è subito Natale



Data: 23 Novembre 2021
Autore: a cura della redazione



A chi volesse attualizzare quest’anno
la festa del Natale di Gesù al fine
di ritrovarne l’autentico significato,
consigliamo di riflettere su una
notizia diffusa da Save the children
e apparsa sulle agenzie intorno alla metà
di ottobre scorso: otto fratellini (quattro maschi
e quattro femmine, il più grande di otto
anni e il più piccolo di un anno e mezzo, orfani
di entrambi i genitori), sono stati trovati
morti nella loro casa alla periferia di Kabul.
Abbandonati a loro stessi dopo la morte dei
genitori, sono morti di fame, vittime di una
nuova terribile strage degli innocenti. Nessun
Re Magio, proveniente da oriente o da occidente,
si è presentato alla porta per donare loro
oro, incenso e mirra, né tantomeno cibo di cui
nutrirsi per non morire. Dopo più di duemila
anni, risultano ancora molto evidenti le analogie
tra il racconto evangelico di Matteo e la
realtà attuale: in entrambi i casi i bambini nascono
e vivono in un’ambientazione minacciosa,
rappresentata da una parte dalla furia omicida
di Erode (Mt 2,16), dall’altra dalla malnutrizione,
dalla povertà e dalla morte di fame.

In Afghanistan infatti più di 3 milioni di bambini
sotto i 5 anni sono a rischio di malnutrizione
acuta entro la fine di quest’anno e un
milione di bambini rischia di morire di malnutrizione.
In generale quasi 23 milioni di persone,
tra cui 14 milioni di bambini, saranno a
breve vittime di insicurezza alimentare.
Più di metà della popolazione afghana è fortemente
denutrita e, se non arriveranno aiuti
umanitari, ci sarà in Afghanistan la peggiore
crisi alimentare ed una vera e propria catastrofe
umanitaria.
È questa una storia che pare paradossale e
straordinaria, ma in realtà è oggi comune a tante
altre famiglie in Afghanistan.