Estate all’asciutto

Riferisco da un’agenzia d’informazione del Piemonte sud-orientale.

Benvenuti all’equatore. La provincia di Alessandria (36°) stretta nella morsa del caldo. Ieri punte oltre i 36 gradi, con una situazione che peggiorerà fino a martedì. Ma se per qualcuno la giornata di ieri è stata tragica dovrà rassegnarsi perché oggi le previsioni segnalano una colonnina di mercurio ancora in salita. Il bollettino meteo dell’Arpa, l’agenzia regionale di protezione ambientale, prevede infatti un rafforzamento dell’alta pressione di origine africana, con massimo in aumento anche domani e martedì. Dopo i record di 38,2 a Spineto Scrivia, oggi si prevedono 40°.
Crisi idrica in provincia. Le temperature torride di questi giorni fanno tremare i cittadini di Acqui, per i quali poco ci vuole a tornare indietro nel tempo, a quell’estate 2003 che allontanò i turisti e lasciò a secco, per diverse ore della giornata, gli abitanti.
Cavallette e siccità la piaga dell’agricoltura in provincia. Anche in agricoltura il problema è serio con i coltivatori che attingono dai pozzi che vedono scemare l’acqua e la pioggia, all’orizzonte, non si vede. Il caldo e la siccità portano con sé diversi problemi. Sono arrivate, infatti, per il secondo anno consecutivo le cavallette: hanno devastato coltivazioni a Cassine e a Sezzadio e continuano a farlo nonostante le sostanze chimiche impiegate. Gli agricoltori chiedono aiuto alla Provincia e implorano un piano già per l’anno prossimo. Le associazioni di categoria rilevano come il cambio di clima stia portando non pochi problemi”. (www.radiogold.it; 27.06.05).

 

Un comunicato diffuso dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi di Merone, al quale siamo collegati in lista, interviene sull’allarme siccità. Il presidente Roberto Fumagalli dichiara: “Le alluvioni e la siccità sono conseguenze della cementificazione. Di acqua si parla solo quando ce n’è troppa (in occasione di alluvioni) o quando ce n’è tropo poco (durante le siccità)... La questione è che non siamo di fronte a situazioni eccezionali, bensì l’alternarsi di alluvioni e siccità rappresenta ormai la normalità. Il problema dell’acqua è strettamente legato alla gestione del suolo. L’eccessiva urbanizzazione del territorio ha determinato due fenomeni: l’impermeabilizzazione e l’eccessivo emungimento. Da una parte l’impermeabilizzazione del suolo (dovuta alla costruzione di strade, parcheggi, case, capannoni, ecc.) causa una cattiva dispersione delle acque in occasione delle forti piogge, andando ad ingrossare i torrenti ed i fiumi. Dall’altra parte l’eccessivo emungimento dovuto alle attività umane (industria, agricoltura e usi potabili) determina la siccità in caso di scarse precipitazioni” Per gli ambientalisti è compito degli amministratori pubblici trovare soluzioni a questi fenomeni: “Bisogna anzitutto evitare la cementificazione del territorio, anche nell’ottica di salvaguardare la corretta gestione delle acque. Al contrario, e solo per fare un esempio, i Piani Regolatori di molti comuni del comasco e del lecchese hanno permesso la costruzione di nuovi capannoni in aree delicate dal punto di vista idrogeologico, con la conseguenza che antiche rogge e fossati sono scomparsi o coperti dal cemento. In tal modo l’acqua sparisce, tornando di prepotenza durante le forti precipitazioni”. (27.06.05)

 

E’ un’analisi semplice, forse anche nota a molti, fatta dal Circolo Ilaria Alpi. Mi meraviglia invece il qualunquismo con cui Il Tempo, direttore Franco Bechis, il 26.06.05, sottolinea come nel passato non lontanissimo, ci fosse un atteggiamento diverso verso questi avvenimenti della natura. D’inverno si accettava il freddo che scendeva sino a 10 gradi sotto zero, d’estate si accoglieva come naturale il caldo portato dalle correnti del sud, ecc. Era la “saggezza della nonna” quella che guidava i cittadini, che non creava allarmismi drammatici come invece avviene oggi, e le calamità erano affrontate con spirito di normale lotta alla natura. Giudicheranno i lettori se scegliere la “saggezza della nonna” e continuare a subire le calamità naturali col valore aggiunto della malizia umana, oppure optare per la previdenza e la prevenzione proposta dal Circolo Alpi.

 

Ci sono anche altre cause che inducono, oggi, instabilità e carovita a noi italiani ed europei ed agli abitanti d’ogni parte del mondo. Federico Rampini nell’articolo Effetto Teheran afferma che il petrolio supera i 60 dollari a barile e i pessimisti ormai considerano ripetibile la “quota 80”, il prezzo che fu raggiunto nei drammatici choc energetici 30 anni fa.Tre eventi fanno da sfondo al nuovo record: la vittoria di un falco in Iran peggiora la tensione nel Golfo; la Cina assetata di energia ha lanciato una storica Opa su una compagnia petrolifera americana; infine è in atto da mesi il recupero del dollaro sull’euro, che amplifica gli effetti del rincaro sull’economia italiana”. Proseguendo, nel corpo dell’articolo, Rampini approfondisce i tre aspetti citati. (la Repubblica, 28.06.05).

 

Qualche conseguenza sul caro vita immediato italiano, per mantenerci in clima estivo, ben sapendo che le conseguenze complessive sono ben maggiori e più dolorose per l’Italia e l’umanità. Aumento dei prezzi delle vacanze. Molti quotidiani, il 27.06.05, portavano la tabella Istat del caro vacanze: differenza percentuale maggio 2005 su maggio 2004. Trasporti aerei + 16,2; carburanti + 9,7; stabilimenti balneari + 6,0; altri servizi di alloggio + 5,5; parchi divertimento + 4,9; pacchetto vacanza tutto compreso + 4,3; trasporti navali + 4,1; pedaggi autostradali + 3,1; ristoranti e pizzerie + 3,1; riparazioni auto + 2,9; alberghi + 2,7; discoteche + 2,3; bar + 2,2; libri non scolastici + 2,1.

 

Due brevi notizie per concludere. L’acquedotto pugliese perde, a causa della mancata manutenzione, il 30% dell’acqua che trasporta e, sembra, che la stessa percentuale caratterizzi pressoché tutto il sistema idrico italiano. La seconda riferisce che alcuni industriali dell’acqua stanno producendo le bottiglie di acqua minerale monodose, più agibili per il trasporto in viaggi di breve durata. Evidentemente quelle bottigliette non verranno offerte gratis al turista ed al cittadino stanziale, ma andranno ad ingrossare i proventi della privatizzazione e di chi la opera, col beneplacito ed il plauso dell’economia attuale neoliberista. Gli indici della povertà intanto anche in Italia aumentano, soprattutto riguardo ai beni di prima necessità come l’acqua!

(1 luglio 2005)

Mario Arnoldi