Pasqua

"mors et vita duello conflixêre mirando"

la morte e la vita si scontrarono in un duello estremo

La settimana dal 18 al 24 marzo, penultima prima di Pasqua, ha visto svolgersi avvenimenti drammatici e felici, tali da anticipare i temi di morte e vita, tipici di questa solennità di primavera. Mi affido ai comunicati ed alla cronaca.

"Il Gruppo di lavoro Tematico Nonviolenza e Conflitti, a nome di tutta la Rete di Lilliput, rete che raccoglie diversi movimenti di base, esprime la propria esecrazione per il gesto inaccettabile che alcuni criminali hanno compiuto uccidendo Marco Biagi, il 19 marzo scorso. Colpire un uomo e le sue idee non solo significa compiere un atto disumano, ma gettare i semi per una disarticolazione del tessuto democratico del nostro Paese. Non è l’ora delle dietrologie da parte di nessuno, un uomo è stato ucciso e proprio nel momento in cui centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori scenderanno in piazza per difendere i loro diritti e il loro futuro. Tutto questo dovrebbe invitare forze sociali, sindacati, istituzioni, movimenti e semplici cittadini perché mantengano alta la guardia per impedire che in qualsiasi modo si vadano a restringere le libertà d’espressione, parola e pensiero nel nostro Paese".

Domenica 24 marzo. Titoli del giornale radio delle 8,30 di Radio Popolare:

"Gli ultimi treni speciali stanno arrivando in queste ore da Roma dove ieri c’è stata una manifestazione importante, centinaia di migliaia di persone, tre milioni di tutte le generazioni, dice la CGIL, che ha organizzato la protesta contro il terrorismo e per l’articolo 18. Mai così tanti. Tutta l’opposizione ha risposto per un fronte comune contro il terrorismo e contro la politica del governo".

Continuano i titoli delle notizie. "Dopo l’assassinio di Marco Biagi il governo restituisce la scorta a tutti gli autori del libro bianco. Come il prof. Biagi, non l’avevano più da alcuni mesi".

"Potrebbe essere un vertice dimezzato quello della Lega Araba a Beirut, in dubbio la presenza dell’egiziano Mubarak e di Arafat. Diplomazie arabe al lavoro per salvare l’importante summit".

"Sequestrata una discarica con 80.000 m2 di rifiuti tossici vicino a Venezia. Raccoglieva materiali pericolosi dagli impianti Montedison di Porto Marghera".

Un commento sulla manifestazione di Roma della stessa radio. Sintetizzo. Nessuno qui a Roma ha pensato che questa fosse una spallata. Forse erano davvero tre milioni come dice la CGIL, comunque era una marea mai vista in Italia, da far cadere governi in altre condizioni, ma qui nessuno pensava ad una spallata, piuttosto ad una tappa di un percorso. Esserci, ecco che cosa contava nel sole e nella brezza romana. Aver sfondato tanti ostacoli, le manovre di Maroni, gli insulti di Castelli, le polemiche nella sinistra, le divisioni sindacali, il sangue versato dalle BR, fino all’ultimo macabro spot di Berlusconi in televisione, oltre al numero inaudito dei manifestanti: questo è il grosso risultato. Tutta la sinistra, tutto il centro sinistra era qui e poi migliaia di altri politicamente indefiniti, tantissimi giovani. Ne consegue un messaggio importante, un messaggio ai giovani, ai sindacati, ai partiti ed a tutti i cittadini: individuare i terreni comuni senza rinunciare alle differenze, senza lasciarsi intimidire, senza abbandonare le proprie idee, anzi giocarle per rinnovare forze e prassi politiche. Questo, se andrà avanti, è il messaggio di Roma, questo è il vero pericolo per la destra di governo.

Il clou della manifestazione è stato il discorso del leader della CGIL al Circo Massimo alle 13. Un discorso durato 40 minuti, partito con un duro attacco al terrorismo. "Per la prima volta i terroristi entrano nelle relazioni sociali per dettare l’agenda politica. Sono nemici della democrazia". Poi ha fatto un affondo contro chi, come il governo e la confindustria, accusa la CGIL di aver creato un clima di odio sull’articolo 18. "E’ un goffo tentativo di demonizzare la libertà di critica e la naturale dialettica sociale. Chi ci accusa di essere componenti di questo clima di odio ci offende, offende la nostra storia e l’intelligenza dei cittadini italiani. A viso aperto contro il terrorismo sempre. Non ci soffermiamo più di un istante per chiedere a loro se possono tutti affermare la stessa cosa verso il terrorismo di qualunque matrice ideologica".

Cofferati ha poi attaccato la politica neoliberista del governo sul fisco, sull’articolo 18, scuola, pensioni. "Si fanno scelte che premiano le aziende per penalizzare diritti, salari, la qualità dell’occupazione. Se non cambieranno andremo allo sciopero generale".

Infine ha rilanciato l’importanza dei temi della pace, di chi chiede regole per la globalizzazione, per l’ambiente. Rivolgendosi ai presenti ha detto ancora una volta "non fatevi spaventare, continuate a sostenere le vostre idee".

Un bambino di sette o otto anni manifestava accanto al papà con un cartello al collo: "Con il mio papà per il futuro senza ingiustizia".

Il movimento dei social forum e di Porto Alegre era aggregato al corteo e si è trovato in unità di intenti e di obiettivi con la manifestazione.

Forse alcuni rimarranno perplessi di questo mio ricordo della Pasqua così storicizzato, così di parte. Credo che non si possa non essere di parte. Gesù Cristo era per la parte dei poveri, degli sfruttati, degli inascoltati, contro il potere ipocrita e sfruttatore. Se non fosse stato di parte non sarebbe stato crocifisso. L’astenersi è il modo peggiore di essere di parte, come fece Pilato, che si lavò le mani di fronte a Gesù che stava per essere condannato.

La vita è conflitto, la resurrezione nasce dalla lotta, pacifica evidentemente, e dalla morte. Auguro a tutti che sappiano riconoscere lo "spirito" giusto, all’interno della pluralità delle scelte possibili, la parte vera per poter risorgere dopo il dolore.

(31 marzo 2002)

Mario Arnoldi