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GINO STRADA

PAPPAGALLI VERDI

Cronache di un chirurgo di guerra.

Oggi tutte le persone più sensibili e più informate sulle situazioni di sofferenza a causa di eventi bellici nel mondo conoscono per fama Gino Strada,chirurgo dal curriculum impeccabile, che ha scelto di risarcire l'uomo, la donna e molto più spesso il bambino, delle ferite e delle menomazioni inferte loro dalla violenza dei loro simili. Col dott. Alberto Cairo, un altro italiano, direttore del comitato della Croce Rossa Internazionale in Afghanistan e responsabile del Centro ortopedico di Kabul ( e con altri volontari provenienti da vari paesi e con personale locale ) combatte in prima linea l'unica guerra decente: la lotta per la vita delle vittime dell'umana follia distruttiva, utilizzata con lucido calcolo dai mercanti di armi.

Non conoscevo invece ( colpa mia ) il suo libro, nonostante fosse stato pubblicato nel 1999 ed avesse anche ottenuto il premio internazionale Viareggio nello stesso anno. Che cosa sono i "pappagalli verdi"? Sono uno dei molti tipi di mine antiuomo, in questo caso di fabbricazione russa, gettate sui villaggi afghani come se fossero volantini e, poichè sono dotate di due ali laterali, riescono a volteggiare meglio, a sparpagliarsi sul terreno proprio come i volantini. Verdi cime l'erba, si nascondono bene, tanto che portare al pascolo pecore o capre costituisce, per i pastorelli un rischio continuo. Vi sono 110 milioni di mine sparse in 67 paesi, frutto dell'intelligenza di inventori e, tecnici e operai di paesi "sviluppati", o in via di "sviluppo", come la Cina. Molte nazioni, ma non gli Stati Uniti, hanno ratificato un'intesa per impedire la produzione ed il commercio delle mine antiuomo. L'Italia, grande produttrice di mine in un passato molto prossimo, soprattutto con la ditta Valsella, non ne produce più dal 1997 ( legge 374 del 22-10 ), ma le mine seminate nel terreno rimangono.

Le cronache di Gino Strada spaziano per tutti i continenti, tanti sono i paesi che hanno visto fiorire le sue attività. : dal Perù al Burundi, dalla Cambogia al Corno d'Africa. Dovunque è stato inviato dalla Croce Rossa Internazionale ha agito in modo pienamente umano e non burocratico. Anzi lui, sessantottino, fiero di esserlo stato, non fa sconti a nessuno, nè alle classi dirigenti del Nord o del Sud del mondo nè ai singoli o ai gruppi locali autori di violenze sui deboli, così come è pronto a curare feriti dei diversi schieramenti, nonostante la reciproca ostilità, che egli cerca in ogni modo di far superare. E su tutte le sofferenze che queste pagine ci presentano, prevale la speranza nella riabilitazione fisica e umana delle persone, nell'educazione all'utilizzo delle poche o tante facoltà rimaste ai disabili per aiutare se stessi e gli altri. Si veda l'episodio, scritto con tono leggero, ma profondamente partecipe di Turbo e di Schumacher, soprannomi scherzosi per due invalidi che, pur in carrozzina e con le stampelle riescono a camminare insieme

Ma, in realtà siamo noi che dobbiamo riabilitarci. Noi che fino a poco fa abbiamo disegnato la forma,ideato il meccanismo esplosivo, lavorato all'officina di produzione delle mine antiuomo (non c'e neppure l'ipocrisia dell'eufemismo..) .V pag. 37-38 :" Più bambini mutilati e ciechi, più il nemico è sconfitto e umiliato." Questo pensano i generali e tutti quelli che ne condividono il modo di pensare. E anche noi che finanziamo coi nostri risparmi ditte che producono armi (v. il discorso sulle banche armate promosso dalla rivista Nigrizia ). E non basta aver messo al bando le mine antiuomo. Proprio in quest'utimo periodo le bombe a grappolo, lanciate in grande quantità in Afghanistan dalla NATO, cioè dall'Alleanza di cui l'Italia "si onora" di far parte, per un'alta percentuale inesplose e sparse per i campi procurano lo stesso danno delle mine tradizionali. E non fanno distinzione tra Afghani e non Afghani, tra curiosi e sminatori. Durante una seguitissima trasmissione televisiva, l'esperto militare di turno ne lodava l'efficienza e ne minimizzava la pericolosità "a meno che qualcuno le vada a stuzzicare" ......

Bene ha fatto Gino Strada a rifiutare i tre miliardi e mezzo (in lire) offerti dal governo italiano. Ha ancora una volta mostrato di avere le idee chiarissime. E le offerte spontanee che sicuramente riceverà almeno non puzzeranno d'esplosivo.

Andreina Cafasso

Feltrinelli

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