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Alberto Castaldini

IL SEGNO DEL GIUSTO

Francesco d’Assisi e l’ebraismo

Edizioni Diabasis – Reggio Emilia 2001

pp. 105, £. 20 mila


E se Francesco d’Assisi fosse stato ebreo?

Indagare le possibili radici ebraiche di Francesco d’Assisi è impresa ardua ed al tempo stesso affascinante. Ci ha provato con indubbia capacità il giovane Alberto Castaldini, giornalista e studioso di ebraismo. La sua interessante ricerca si avvale di ipotesi documentarie che parlano di Francesco come di uno zaddiq, cioè di un uomo giusto. L’ebraicità del Poverello di Assisi comincia già dall’essere figlio di un ricco mercante di tessuti, Pietro Bernardone, proprio quando ad Assisi vi era una presenza ebraica stabile a partire dal XIV secolo. Ecco la domanda venire spontanea: Francesco era allora di stirpe ebraica? Oppure si potrebbe affermare che Francesco ed il suo nuovo movimento, il Francescanesimo, aveva a che fare con l’ebraismo per la sua impronta: dice l’autore che "L’altruismo verso il prossimo il rapporto squisitamente contemplativo con Dio, la rinuncia ai piaceri dell’esistenza, gli ideali di umiltà e di ascesi, resero il Chassidismo affine per molti aspetti al Francescanesimo. Basti pensare alla tipologia stessa del chassid: pio, devoto, dedito ai fratelli, così diverso dal chakham, il sapiente." (p. 79).

Anche il momento della morte di Francesco ha un qualche cosa di analogo all’ebraismo. Il sistema di sepoltura svolto dagli ebrei era molto simile a quello effettuato nel Medioevo, così come ci ricorda Castaldini a pagina 76-77: "Gli ebrei come i cristiani credono nella resurrezione della carne e per questa ragione il giudaismo prevede una sepoltura nella terra, secondo quanto previsto dalle Scritture (Dt 21,23). Nell’antichità giudaica era frequente l’uso di sarcofaghi in pietra e (per i più poveri) di ossari con decorazioni. Nel Medioevo non si utilizzavano né sarcofaghi né semplici bare. La salma veniva calata nella fossa a diretto contatto con la terra, affinché fosse rispettato il precetto secondo il quale il corpo deve tornare rapidamente alla polvere ("polvere tu sei e in polvere tornerai" Gen 3,19)".

Certo, come ammette l’autore nella sua premessa, non si posseggono dei veri e propri dati che ci confermano come Francesco appartenesse all’ebraismo. Sono solo "indizi sparsi nelle fonti francescane, che alimentano questa probabilità" dice Castaldini. Oggi comunque il Poverello di Assisi è ammirato anche dagli ebrei. Su queste basi allora si può porre un punto fondamentale di riflessione, dialogo e confronto tra le due tradizioni culturali e religiose, figlie dello stesso Abramo.

Gino Tartarelli


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