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Shafique Keshavjee

DIO SPIEGATO A MIO FIGLIO

Piemme 2000

pp. 183, £. 25 mila

"Dio è "fuori uso"" perché "Egli non entra nei nostri cicli di fabbricazione, di utilizzazione, di evacuazione o di recupero?". Ma allora, se veramente è così, come spiegare Dio a mio figlio? E’ un tema affascinante, certamente "il più affascinante, il più difficile, il più pericoloso di tutti: Dio" scrive nelle avvertenze l’autore. Egli vuole spiegare Dio nella maniera più facile ed accessibile, partendo dalle domande spontanee e semplici dei suoi numerosi figli. "Soprattutto quando i nostri figli (e anche noi stessi) hanno tutto e vogliono sempre di più, possedere per avere: più giochi, più comodità, più oggetti, più piaceri, più successo, più amore… Egli non può venire acquistato o posseduto, poiché egli non si lascia vendere" scrive saggiamente l’autore, nato in India, convertitosi al cristianesimo divenendo pastore della Chiesa evangelica riformata in Svizzera.

Per Keshavjee, Dio non si nasconde, caso mai è l’uomo che si nasconde. Ed alla domanda che noi oggi ci poniamo "Dov’è Dio?" molto probabilmente dovremmo prima rispondere "Dove sono io?". Ed è la stessa domanda che, nel libro della Genesi, Dio pone all’uomo dopo la sua disobbedienza: "Il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: Dove sei?" (3,9). "Evidentemente – scrive Keshavjee - Dio sapeva dove, nello spazio esteriore, egli si trovava. Ora, è nello spazio interiore che l’uomo si era smarrito". Nel testo si possono leggere numerosi ed interessanti spunti pedagogici, briciole di saggezza che ci fanno riflettere sia nella nostra coscienza di adulti che in quella degli adolescenti. Un libro ricco di aneddoti, di piccole storie assai forti ma anche di facile comprensione. Fino al paradosso scritto sulla controcopertina che dice "Se si presentasse come ricercatore al CNR, Dio verrebbe rifiutato. Egli ha fatto una manipolazione interessante, ma nessuno dopo Lui è stato in grado di riprodurla, ha spiegato il suo lavoro in una grossa pubblicazione, molto tempo fa, ma non era in inglese, e dopo non ha pubblicato più niente. (Hubert Curien)".

Nell’insieme un’opera che ha il grande pregio di costruire un solido ponte tra l’idea di Dio, Dio stesso e la gente comune, che non ha avuto nessuna educazione religiosa, che non si è mai sentita coinvolta da questo argomento.

GINO TARTARELLI


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