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Per amore di Babilonia

Non è facile recensire un libro del tuo direttore. Un libro poi come questo di Brunetto Salvarani - teologo di Carpi, ma anche vivace scrittore ed insegnante di italiano in un liceo, "in prestito" alla politica quale assessore alla cultura del Comune di Carpi - che parla di una religiosità che va oltre alla cristianità, che ama Babilonia e non la disprezza, che ama l’altro, che vede la sua diversità religiosa come ricchezza, ci piace assai.

"Per amore di Babilonia. Religioni in dialogo alla fine della cristianità" è un libro che guarda oltre, che ha uno sguardo lungimirante, a modo suo profetico, che vede il modello dialogico della "riconciliazione delle differenze", che immagina ormai la fine della cristianità dell’Italia e lo dichiara sin dalla prima pagina del capitolo primo: "è finita la cristianità - scrive Salvarani - è finito il regime di cristianità. Ed è finita, piaccia o no, qualsiasi ipotesi di poterlo ripristinare in articulo mortis, in un paese che - pur con indubbia fatica mista a una buona dose di nostalgia più o meno celata per il "buon tempo andato" - ha chiuso definitivamente con il passato. Quel passato, ancora cronologicamente non troppo lontano, in cui il ping pong del sabato pomeriggio era un ping pong "cristiano", la morale accettata collettivamente (almeno in teoria) non poteva che essere cristiana, e di conseguenza il voto politico e amministrativo, alla fine, risultava inevitabilmente (demo)cristiano".

è una condizione inedita quella tracciata da Salvarani: amare la tanto odiata Babilonia. Ci vuole coraggio mettersi in dialogo senza sicurezze, come fecero gli ebrei nelle tende del deserto e non nei ricchi palazzi. "Tende: provvisorietà - scrive Filippo Gentiloni nella prefazione al libro - ricchezza del non definitivo, apertura al futuro, quindi alla speranza".

"In questo libro - ci spiega Salvarani - ho voluto raccogliere (e riordinare) diverse riflessioni che negli ultimi anni mi hanno portato a discutere di "rivincita di Dio" (vera o presunta) e di multireligiosità in Italia, di fonda-mentalismi e New Age, di dialogo ecumenico e incontri interreligiosi, della Bibbia intesa come Grande codice e di teologia narrativa (ovviamente!), di Nevè Shalom - Waahat as - Salaam come modello di "convivialità delle differenze" e di parecchio altro. "Per amore di Babilonia" è soprattutto un ringraziamento a voi, laici e cristiani, ebrei e musulmani, buddhisti e indù, ma soprattutto donne e uomini del nostro tempo".

E il volume si conclude a pagina 120 con una splendida frase tratta dai "Racconti di un pellegrino russo": "Per grazia di Dio sono un uomo e cristiano, per azioni grande peccatore, per vocazione pellegrino della specie più misera, errante di luogo in luogo. I miei beni terrestri sono una bisaccia sul dorso con un po’ di pane secco e, nella tasca interna del camiciotto, la Sacra Bibbia. Null’altro".

Gino Tartarelli

Brunetto Salvarani, Per amore di Babilonia, DIABASIS Editore

 

 

 

 

Brunetto Salvarani

Per amore

di Babilonia

Religioni in dialogo

alla fine della cristianità

Edizioni DIABASIS

Reggio Emilia, 2000

136 pagine - Lit. 18.000


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