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Luigi Sandri L'ULTIMO PAPA RE di Giacomo Pignata

Con questo titolo Luigi Sandri, acuto giornalista, fa una breve storia del "pontificato controverso" di Giovanni Paolo II (Edizioni Datanews). Con taglio e timbro deciso fa la sua incursione sui punti focali del papato di Wojtyla.

Non come osservatore freddo e distaccato, ma come critico e di parte, senza pregiudizi né precomprensioni, esamina il pontificato dell’attuale pontefice.

Dice "pontificato", e non "pontefice". È una distinzione importante. Più che su questo papa, il discorso verte soprattutto su questo "pontificato". Oggi la divisione attraversa la chiesa al suo interno e le altre confessioni cristiane. Perché Wojtyla è "segno di contraddizione"

Sandri scatta qualche istantanea su alcuni punti cruciali: il trionfo e la sconfitta nell’Europa dell’Est, il rapporto con il socialismo ed il capitalismo, il "no" duro, ma insostenibile alla contraccezione, il tormentato rapporto con il femminismo, la sfida di Eva a Roma, la riabilitazione del Galileo di un tempo e la condanna dei Galilei di oggi, la proclamazione dei diritti umani nel mondo e la loro violazione all’interno della chiesa cattolica, i difficili rapporti con le altre chiese evangeliche e ortodosse e con le altre religioni, la posizione di fronte alla pace e alla guerra, l’attesa spasmodica del giubileo del duemila...

Da una valutazione rigorosa della ecclesiologia eurocentrica e romana, dal problema dell’autorità assoluta e dell’ubbidienza nella chiesa, dall’ambiguità diplomatica nell’affrontare i problemi, dal silenzio imposto a chi vorrebbe dialogare... E tutto è reso più intollerabile quando su temi scottanti ci si appella alla volontà di Dio, alla Bibbia, e talora all’infallibilità.

L’autore non manca di mettere in rilievo alcuni aspetti positivi di Wojtyla: la grande capacità di comunicazione e simpatia verso le masse, il coraggio e l’intraprendenza nell’affrontare certi problemi (es. donna, ecumenismo...), i continui viaggi pastorali, la consapevolezza delle grandi difficoltà del suo ministero.

Le pagine di Sandri fanno avvertire l’urgenza di una spinta democratica dal basso, dell’attenzione al dialogo e all’ascolto di voci messe a tacere.

L’autore auspica una chiesa dal volto più umano, democratico e collegiale. Una chiesa che non solo insegni, ma anche impari dal mondo. È un discorso mordente, quello di Sandri, va in profondità... Nella convinzione che vale più un critico sincero che un adulatore interessato; che la critica aiuta ad affrontare i problemi più oggettivamente e a procurare il vero bene della chiesa "semper renovanda". La passione con la quale egli si esprime invita, nonostante tutto, ad avere ancora fiducia in una riforma radicale della chiesa.

Wojtyla è l’ultimo papa re? Distinguo: sì, perché è l’ultimo di quelli che ci sono stati finora; no se guardiamo al futuro. Nessun papa potrà segnare una svolta significativa se permane l’attuale struttura ecclesiale antidemocratica.

Timidi segni, ma concreti, che preannunciano una possibile svolta epocale, l’autore li intravede in un diverso modo di governare la chiesa in un modo più collegiale e democratico, nell’erompere del pianeta "donna" e in una "diversità riconciliata" con le altre chiese e altre religioni... Non possiamo non essere d’accordo. O almeno lo speriamo. Adesso è tempo di seminare.


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