Stefano Allievi IL LIBRO DELL'ALTRO di Giorgina Bruno
Il Vangelo secondo lo straniero
Nella sua presentazione, Stefano Allievi comincia con l’affermare ciò che il libro "non è" né pretende di essere: né teologia, né esegesi biblica, né storia, né etica, né sociologia. Ci sono spunti di tutte queste discipline, ma si tratta fondamentalmente di una riflessione sul fenomeno dell’immigrazione. Il "filo rosso", come scrive Allievi, che collega i vari temi trattati è, appunto, il tema dello straniero e cosa egli significhi per l’occidente. Un cammino dello straniero verso di noi ma, soprattutto, il cammino che noi dobbiamo compiere verso lo straniero. E questo col supporto di citazioni bibliche, soprattutto dei Salmi e del Nuovo Testamento.
Con una citazione si apre il libro, una citazione poco conosciuta, dal "Vangelo apocrifo di Nicodemo", nella quale Giuseppe di Arimatea chiede a Pilato il corpo di "Gesù, lo straniero" per poterlo seppellire. E ripete più volte: "Dammi questo forestiero... proveniente da terra straniera". Dunque, il primo straniero nominato è lui, Gesù, che fin dalla nascita ha vicino a sé altri uomini venuti da lontano, i magi (Mt 2, 1-2); che, appena nato, è costretto alla fuga in terra straniera, l’Egitto (Mt 2, 13-15). Ma fuga anche per il profeta dell’Islam, l’Egira. In questo peregrinare che segnerà poi la vita di predicazione di Gesù, Allievi vede una via di salvezza: "andare oltre i confini, in nome del regno".
Forestieri si incontrano nella via terrena di Gesù: dal centurione di Mt 8, 10, fino all’ultimo centurione, quello che sotto la croce dirà: "Veramente costui era il Figlio di Dio" (Mt 27, 55).
Attraverso le parabole citate, questo tema del forestiero ritorna: e tutto, citazioni, parole di Gesù, portano ad una conclusione: che un uomo può odiare l’altro, il diverso, ma può anche parlargli, conoscerlo, trovare in lui qualcosa di simile a sé, la comune umanità, al di là dei pregiudizi razziali. Chi ama il Signore - come dice il comandamento - deve amare anche il suo prossimo, "la continuazione dell’amore per Dio"(pag. 23). Nel giudizio finale non ci sarà distinzione tra popoli e genti, ma tra buoni e malvagi, qualunque sia la loro origine.
Molto interessante è nel libro di Allievi la citazione di Salmi, e, direi, soprattutto quella del Salmo 137: "Sui fiumi di Babilonia - là sedevano e piangevano... come cantare i canti del Signore in terra straniera?" (1-14).
La considerazione che chiude il volume, il cui interesse è notevole e la lettura agevole, a tratti anche poetica, è, ancora, una citazione dai Salmi: "Ogni vivente dia lode al Signore" (Sal 150, 6). È la lode non solo di tutti gli uomini, ma della creazione intera, all’unico vero Nome. "Il libro dell’altro" è uno scritto insolito ma, proprio per questo, ne sottolineiamo ancora una volta l’interesse, consigliandone vivamente la lettura non solo per esorcizzare il razzismo ma per riflettere su argomenti sui quali forse non ci siamo ancora soffermati abbastanza.