Gruppo Abele CITTÀ APERTA - I NON SOLO GIOCHI DI MASTRO GEPPETTO di Minny Cavallone
Torino, L. 40.000
Cosa può voler dire vivere una giornata come tante per un disabile? Per lui non si tratta semplicemente di ... andare a lavorare, a scuola, al cinema, a fare acquisti...
Se una persona con handicap vuole fare una di queste cose, si trova di fronte ad una vera e propria impresa, se non quasi in una sorta di percorso ad ostacoli.
Per chi è in carrozzella perché non cammina, per chi non vede, non sente, non può usare le mani, la città può sembrare un’immensa barricata, irta di ostacoli, di pericoli, una selva di complicazioni che per noi sono soltanto banale routine come può essere prendere un ascensore o salire sull’autobus giusto.
Questo perché il problema dell’handicap è stato sicuramente accentuato dalla presenza delle "barriere architettoniche".
Infatti per lungo tempo le città, gli edifici, le strutture pubbliche, le strade sono state progettate, costruite, predisposte ignorando l’esistenza di persone fisicamente diverse. È mancata la creatività o piuttosto è perché siamo abituati a pensare secondo un’unica ottica, ovvero dal punto di vista di chi si regge su due aste chiamate gambe?
Per molto tempo è stato più semplice eludere il problema e inoltre si è teso a considerare il medesimo esclusivamente come una questione medica da risolvere o tamponare con l’assistenza e il volontariato.
La diversità ha rappresentato, e in parte è ancora, un tabù di cui è meglio non parlare; tragica fatalità, destino, sfortuna che cade di tanto in tanto qua e là su povere famiglie per le quali non si può far altro che compatirle e commiserarle.
Ma oggi, benché di barriere ne esistano ancora molte e di diversi tipi (psicologiche oltre che architettoniche), molti portatori di handicap hanno combattuto la loro battaglia con tenace energia e sono riusciti a far emergere il loro reale problema che è quello di poter vivere la propria vita degnamente ed autonomamente, se soltanto le strutture cittadine e l’opinione pubblica smettano di considerarli cittadini di serie B ed inizino a tenere conto delle loro esigenze e dei loro diritti.
Per questo la "Lega Nazionale per il Diritto al Lavoro degli Handicappati" ha pensato ad un gioco da tavolo come occasione divertente per provare almeno una volta a "mettersi nei loro panni" e vivere un’ipotetica giornata in città, affrontando o aggirando gli ostacoli, ottenendo l’aiuto dei passanti, cercando di migliorare la loro situazione con petizioni.
È giocando questi ruoli che ci potrà rimanere più impresso il problema di chi è disabile.
"Città aperta" va oltre il semplice gioco: infatti nella scatola è contenuto un libricino che affronta a grandi linee il problema dei portatori di handicap offrendo alcune utili informazioni per chi ha bisogno di rivolgersi ad una associazione specifica, per chi vorrebbe dare una mano, per chi vuole conoscere le leggi che riguardano i disabili.
"Città aperta" è una bella iniziativa tutta da giocare dai cittadini piccoli e grandi al fine di prendere coscienza di questa realtà ed impegnarsi perché le città possano davvero essere al servizio di tutti.