Ruiz de la Peña L'ALTRA DIMENSIONE di Ausilia Riggi Pignata
Borla, Roma 1981
Un libro, questo, in cui si intrecciano diverse componenti scientifiche, volte tutte ad esplorare e a scandagliare un campo di ricerca quanto mai sfuggente, incerto ed oscuro, eppure seducente: la vita futura e l’eternità. Gli strumenti adoperati non sono solo quelli promettenti delle scienze umane (psicologia e filosofia soprattutto), né quelli della teologia consolidata in una dottrina, ma soprattutto quelli di una lettura biblica, filtrata da un acceso senso di fede. Si riscopre, così, una verità che non cessa di essere nascosta pur nel suo manifestarsi; che penetra profondamente nel cuore, aprendolo alla speranza.
Tema fondamentale è quello del tempo, che ha inquietato da sempre il pensiero umano. C’è il tempo pensato e il tempo fisico che gli strumenti di misurazione quantizzano. Eppure il tempo che conta è quello vissuto, divenuto qualitativo. L’essere umano non potrebbe avvertire se stesso quale "io" se non in un presente che scorre nella continuità tra passato e futuro. Così si autotrascende, cioè si pone al di là di se stesso, pensandosi nel e tramite il tempo.
Tale autocoscienza per Ruiz de la Peña è soprattutto protesa verso il futuro, in quanto non si può vivere senza progettarlo. Ma ecco questa considerazione filosofico-psicologica del tempo, ri-assunta nel suo aspetto più illuminante: quello della fede, che ascolta il linguaggio plurisemantico della Bibbia. Jhw chiamato "speranza" (Sal 71, 5), assicura la sua emeth, cioè la sua fedeltà (Sal 31, 68; 91, 4) a chi si pone davanti a Lui, interrogandosi sul senso della propria vita.
La secolarizzazione moderna ha vanificato la speranza riposta in Dio, consegnando l’avvenire nelle mani dell’uomo, il quale costruirebbe autonomamente il suo futuro. La psicologia ha snaturato la speranza, facendone una proiezione dell’attesa del soggetto. Ma può essere il futuro dopo la morte una semplice evasione dal presente, se si crede?
Sono molte le correnti di pensiero che vogliono demitizzare il futuro: il fine della storia posto nell’oggi, rende la stessa escatologia presentista, cioè legata all’istante, nel quale il futuro sarebbe inglobato. Altre (idealismo, marxismo) fanno delle realtà ultime progetti intramondani, cioè da realizzare nella storia (escatologie secolari).
La posizione del nostro autore è tutta ricalcata sul messaggio biblico. Se per l’uomo la morte fosse la fine di tutto, non ci sarebbe posto per la speranza. Ma Jhw è un dippiù della vita: "la tua grazia val più della vita" (Sal 63, 4); nella casa di Jhw "un giorno vale più di mille" (Sal 84, 11). "Mi indicherai il sentiero della vita/ gioia piena nella tua presenza/ dolcezza senza fine alla tua destra" (Sal 16, 11). "Dio potrà riscattarmi, mi strapperà dalle mani della morte" (Sal 49, 16). E le citazioni continuano, parlanti, avvincenti. Dio, dunque, nell’A.T., non promette una vita futura, ma si rivela fonte della vita, la quale, in lui, è più intensa. Nella non-distinzione tra un al di qua e un al di là, l’espressione "egli strappa dalla morte" significa: la morte è legata al peccato, che rende inutile l’esistenza. Egli, strappando dal peccato, si fa vita del giusto, il quale non ha più da temere la morte.
Anche le citazioni dal N.T. sono copiose, sicché ne prendiamo qualcuna. Si parla di visione di Dio: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5, 8). "Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia" (1 Cor 12). "Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è" (1 Gv 3, 2). Dunque per chi ha la fede, il futuro escatologico non è slegato e separato traumaticamente dal presente. Grazie a Cristo il Regno è anticipato, ma non consumato. Il concetto di "vita" va in parallelo con quello di "Regno di Dio". Il Regno-vita avrà un compimento, non un annullamento, con la morte; perciò deve essere sperato.
Ma che cosa ne sarà dell’io? Paolo parla di un corpo glorioso che "irradia la vita dello spirito, libero da ogni automatismo incosciente, depositario di una pienezza integrale che nasce dal nucleo più intimo della persona e raggiunge e trasfigura la corporeità" (p. 219). Il credente sa che ogni atto della vita terrena sarà assunto in un’altra dimensione. E persino il cosmo non cadrà nel nulla, ma sarà il materiale con cui Dio farà la nuova creazione (p. 232). La parusía è il termine della storia, ma non nel senso della sua distruzione, bensì in quello della sua pienezza.
Dunque il concetto di vita eterna implica, anziché un non-tempo inerte, una dynamis, cioè una potenzialità dinamica permanente; altrimenti non si tratterebbe di "vita". Sarà vita totale, di tutto l’uomo, nella sua realtà unitaria di spirito e corpo.
E l’inferno? Non lo si può concepire come una serie di pene imposte dal di fuori. È immanente alla colpa: la definitività raggiunta tramite la morte non permette all’uomo quella pienezza di vita a cui il credente ha aspirato, al contrario di colui che è stato lontano dalla dimensione spirituale. La morte è la "ricapitolazione della storia personale" (p. 315) nel bene e nel male.
E il purgatorio? Dopo la morte si è fuori dal tempo. "Ad un istante dell’al di qua non corrisponde un istante dell’al di là" (H. U. von Balthasar, p. 331). È stato Teilhard de Chardin il primo, di parte cattolica, a manifestare le sue riserve intorno alla dottrina tradizionale dello stato intermedio. Dopo la morte "la corporeità rimane", ma al di fuori della corpuscolarità (atomi molecole, cellule, ecc.)". La relazione della parte spirituale con quella materiale viene "dilatata e approfondita fino ad acquisire una dimensione cosmica" (p. 374).
Chi leggesse questo libro con la semplice curiosità di indagare il proprio futuro, potrebbe restare con i suoi dubbi o fantasticare sull’aldilà. Chi invece segue l’autore nel suo tentativo di suscitare la fiducia e di infondere la speranza in un Dio-autore-di-vita, si sentirà più disposto a farsi di meno delle domande e a confidare di più in Dio.