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Pandemia e filantro-capitalismo



Data: 20 Dicembre 2020
Autore: a cura della redazione



Il Covid-19 è un virus che ci ha cambiato
la vita: abbiamo vissuto con paure, perplessità...
Abbiamo provato ad informarci
con i mezzi che avevamo a disposizione
e ognuno di noi ha provato a dare delle
spiegazioni plausibili a questa pandemia. Abbiamo
cercato di capire quanto fosse grave questo
virus e quanto avremmo rischiato di contrarlo.
Molti hanno seguito e osservato pedissequamente
le linee arrivate dal Governo e dal
Ministero della Salute senza porsi problemi e
senza il minimo dubbio.

Qualcun’altro invece ha gridato al complotto,
ha gettato la mascherina negando l’esistenza
del Covid-19: sono stati chiamati negazionisti,
quelli che dicono che sono tutte idiozie
ed hanno abbassato la guardia contro il virus.
Tra loro qualcuno ha parlato di “virtuosi”, di
persone ubbidienti, ridotte ad infanti o soldatini
ligi ai decreti Conte.

Nei mesi passati ed anche oggi si è dunque
assistito ad uno scontro tra le due fazioni, una
divisione quasi moralistica tra il cosiddetto
“buono” ed il “cattivo”, tra ciò che è “giusto” e
ciò che è “sbagliato”, nel ricordo del classico
“Chi non è con me è contro di me”. Quasi che
fosse indispensabile stare, magari senza informarsi,
da una parte, quella vera, ovviamente.
Ma c’è bisogno di etichettare le persone anche
in questa circostanza, mentre c’è chi realmente
muore nei letti di ospedale? E dunque
la domanda sorge spontanea: è tutto bianco o
nero? Esistono delle sfumature?

Siamo di fronte a problemi di enorme complessità,
problemi che richiedono, per una possibile
soluzione, l’intervento di una miriade di
competenze, competenze che riguardano tutto
lo spettro delle conoscenze scientifiche e umanistiche.
Un tema così complesso che anche gli
scienziati e le ricerche mediche più avanzate
hanno dubbi legittimi e, spesso, brancolano nel
buio: nessuno ha la bacchetta magica, e tantomeno,
in questo campo, esistono miracoli. Si
prova, si sperimenta sulla base delle conoscenze
acquisite fino a quel momento...

Oggi invece vengono dati giudizi inappellabili
da chiunque: se sei nel dubbio sul che fare
contro il virus e non ti schieri con il “luminare”
della tv pro-vaccino sei additato come “No-
Vax” e quindi, nel gergo partitico, sei di Destra;
se la pensi invece nell’altra maniera e ti
vaccini sempre e comunque per qualsiasi malattia,
allora sei di Sinistra. Su questa scia di
discussione non abbiamo cavato un ragno dal
buco, come si suole dire.

Inoltre, sono stati trascurati o sottovalutati gli
indicatori numerici e statistici che indicavano
chiaramente perché l’infezione da Coronavirus
fosse molto più pericolosa di quella della
classica influenza, a causa delle velocità di diffusione,
intrinsecamente destinata ad aumentare
fino a renderla incontrollabile. La cosa si
è puntualmente verificata e ha reso necessarie
le misure di confinamento che - seppure molto
dolorose - si sono rivelate le uniche efficaci per
il contenimento del virus.

Ma una buona parte di informazione radiotelevisiva
e di carta stampata ne ha approfittato,
facendo una pseudoinformazione spesso terroristica:
tutti ricorderanno i “soloni” pseudovirologi
che nessuno conosceva e che, improvvisamente,
sono divenute star. Star che qualche
volta sono passate dall’altare alla polvere,
anche grazie ad interessi economici personali
inconfessati legati all’ipotetica cura. E l’effetto
sulle persone è stato che spesso molti non
volevano più metter piede in un ambulatorio
medico per paura di contrarre il virus.
Cercando di essere realisti, invece, guardiamo
a chi sta soffrendo e vive da mesi e mesi
una sensazione di paura, di impotenza e di abbandono,
ed a quelli che stanno lottando con
tutte le proprie forze, vale a dire il personale
sanitario che mette a disposizione il suo sapere e il suo lavoro.

Guardiamo anche al dolore dei familiari
che non possono abbracciare i loro cari che, nelle
strutture sanitarie, stanno vivendo questo incubo in solitudine.
La solitudine straziante di chi muore senza
neppure una carezza.
Sarebbe interessante anche dire che il Covid-19 non è
stata una vera e propria pandemia, definizione che indica
il diffondersi di un agente infettivo in grado di colpire
più o meno indistintamente il corpo umano con la
stessa rapidità e gravità ovunque ma, come ha scritto
The Lancet, una sindemia che implica una relazione tra
più malattie e condizioni ambientali o socio-economiche,
il cui interagire rafforza e aggrava ciascuna di esse.
A mostrarcelo sono i morti in Lombardia, la maggior
parte dei quali era pluri-patologica e viveva in un ambiente
fortemente inquinato come la Pianura Padana.
Come ha detto Vandana Shiva, in un articolo su
Contropiano, “l’emergenza sanitaria del coronavirus è inseparabile
dall’emergenza sanitaria dell’estinzione, dall’emergenza
sanitaria della perdita di biodiversità e dall’emergenza
sanitaria della crisi climatica”. Polveri sottili,
zootecnia intensiva e deforestazione, che rubano habitat
alle specie viventi, sono tra le principali cause della
diffusione dei virus. Cause ambientali che a loro volta
sono frutto dell’inquinamento dato dal nostro malsano
sistema economico.

È il nostro sistema economico, con il neoliberismo che
detta le regole e a cui la politica, quando non è connivente,
dà risposte totalmente inadeguate rispetto ai problemi
epocali che stiamo vivendo.
La finanza poi, eccetto qualche piccola eccezione, tiene
solamente conto, negli investimenti, del rapporto rischi/
guadagni, senza alcun interesse per le conseguenze
che le sue scelte avranno sulle persone e sull’ambiente.
Pensiamo solamente ad anni e anni di tagli alle strutture
e al personale della sanità che oggi, di fronte ad una
situazione improbabile ma possibile, si trova davanti a
difficoltà che, grazie anche a queste scelte, sembrano
quasi impossibili da affrontare.

Pensiamo anche alla monotematicità della sanità: non
esiste solo il Covid-19: purtroppo esistono anche altre
malattie che, nella situazione che stiamo vivendo, vengono
dimenticate. Ne fanno le spese molti ammalati, anche
quelli con gravi patologie, che avrebbero bisogno
di interventi immediati perché ne va della loro stessa
sopravvivenza.

Ma, di fronte a una situazione che richiederebbe scelte
draconiane, nessuno mette in discussione che, contemporaneamente,
aumentino quest’anno di oltre un
miliardo le spese militari: in tutto oltre 26 miliardi, che
saranno in realtà di più, per il 2020, per guerre che non
esistono in Italia. Ed anche i finanziamenti per qualche
megaopera di dubbia utilità che non vengono toccati. In
queste realtà niente tagli, di nessun genere!

Anche su questa tragedia c’è chi riesce a fare business.
È il mercato, bellezza, come si suol dire. Ad esempio,
la Confindustria, con una lettera al governo, chiese
di includere attività, anche non necessarie, tra i Codici
ATECO autorizzati a continuare l’attività e che, tra Brescia
e Bergamo, ha impedito un vero e proprio “tutto
chiuso” nella prima fase, nelle ore più drammatiche, della
pandemia. Questo perché il profitto ha più valore della
salute, perché la produzione non può mai fermarsi.
Anche sul vaccino si fanno soldi facili: sono i soliti
noti, come Bill Gates ed altri ricchi del mondo, per i
quali è stato coniato un nuovo termine: il “filantrocapitalismo”.
Il proprietario di Microsoft, super-finanziatore
dell’OMS, ha investito durante la pandemia più
di 400 milioni di dollari in case farmaceutiche e non
sicuramente per beneficenza. Ma si sa che, anche nel
passato, BigPharma (l’insieme delle aziende farmaceutiche
più potenti al mondo) ha speculato su altre malattie,
sulle chemioterapie in epoca di interesse per la
lotta contro il tumore, come contro altre pandemie. Nel
piccolo un ricordo per tutti fu la speculazione ed il
business con la miriade di operazioni a cuore aperto
(non sempre necessarie) per le valvole cardiache brasiliane
difettose che portò ad arresti di medici per quella
tangentopoli che investì la divisione cardiochirurgica
universitaria delle Molinette a Torino.

Albert Bourla, CEO di Pfizer, ha venduto 5,56 milioni
di dollari in azioni della società (più del 60 % della
sua quota) lo stesso giorno in cui l’azienda farmaceutica
ha annunciato che il suo vaccino contro il coronavirus
è stato efficace per oltre il 90 % secondo i risultati
delle prime sperimentazioni. In quel giorno il valore delle
azioni della società era cresciuto dell’8%.
Di fronte a questa realtà desolante che cosa possiamo
fare? Impotenza, rabbia, solitudine, paura sono i primi
sentimenti che nascono di fronte a questa situazione desolante.
Questo ci fa pensare che il nostro impegno, nei
vari ambiti che pratichiamo, sia inutile, come se fosse
un lottare contro i mulini a vento. In realtà ci possiamo
sentire soli ma non siamo soli. Esistono moltissime realtà
che, in ambiti diversi e con i percorsi che hanno
scelto, continuano a lavorare cercando di costruire relazioni
di vicinanza e di condivisione. Realtà fatta di donne
e uomini che non smettono di lottare per “la giustizia”,
incuranti di coloro che li considerano illusi, fuori
dal mondo, “buonisti”.

Tante, tantissime realtà che oggi, forse, di fronte a problemi
giganteschi, potrebbero cercare di ridurre quella
frammentazione e polarizzazione che, anche in ambito
politico, è stato un virus negli ultimi decenni. Guardando
finalmente più a ciò che unisce, agli obiettivi condivisi,
rispetto a ciò che divide, per usare una frase fatta.
Chissà che questa stagione, così difficile e dolorosa,
possa essere, in questo senso, una stagione propizia.