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Il fronte NOTAV è di nuovo vivo!!



Data: 14 Gennaio 2010
Autore: Davide Pelanda



Il tam-tam corre tra il web e gli sms dei telefoni cellulari: il fronte NOTAV è di nuovo vivo e da alcune notti e giornate ha montato un primo Presidio fisso in ValSusa, mentre altri stanno prendendo vita. Il tutto per più o meno 500 persone che a rotazione si danno il cambio, tra persone semplici, anziani, donne, ragazzi e bambini. Con colorazione politica molto ma molto trasversale. Eppure a leggere i giornali e a sentire le tv pare che i NOTAV si riducano a poche persone appartenenti ai Centri Sociali o a frange di anarco-insurrezionalisti. Niente di più falso come si può vedere sia andando sul posto che vedendo i numerosi video che girano su internet e sui social network come Facebook. Strumenti davvero preziosi per testimoniare il vero a mezzo mondo.
E c’è davvero da riflettere e molto su come la manipolazione di parecchi giornalisti delle principali testate nazionali riescano ad alterare la realtà arrampicandosi letteralmente sui vetri pur di far vedere interviste “a tutto campo” solo dei politici regionali e provinciali, nonchè solo di parlamentari favorevoli e tecnici dell’Osservatorio (compreso lo stesso presidente Mario Virano) lautamente pagati affermare la necessità per la nostra economica dell’Alta Velocità Torino-Lione. Dimenticando gli infiniti ritardi ferroviari di questo primo periodo dell’anno e della fine di quello passato proprio su treno Freccia Rossa considerato “fiore all’occhiello” italiano, ma un po’ “appassito” e alquanto costoso. Articoli e servizi a dir poco ridicoli per affermare la necessità di questa linea che creerebbe sviluppo e lavoro, l’Alta velocità come la panacea di tutti i mali italiani, che risolverebbe gli infiniti problemi economici (?). Un’infinità di risorse in termini di soldi e di uomini concentrati sul “grande bluff” italiano del nuovo secolo (si parla di un costo per km che è aumentato 6 volte da quello preventivato, e con un ritorno operativo dell’investimento non ancora ipotizzabile); dimenticando invece i reali problemi del nostro Paese e la grave crisi economica: un’opera dannosa sia per l’intera ValSusa che per l’Italia intera che si vuole realizzare in un momento in cui gli sforzi andrebbero concentrati sull’istruzione pubblica, la sanità pubblica, gli ammortizzatori sociali invece che su opere faraoniche, di non provata utilità e dannose per l’intero ecosistema e la casse erariali. Ma forse la fretta è dettata nell’agenda dei politici dalle lobby del tondino e cemento presenti in Italia che si appoggiano a qualsiasi carrozzone di qualsiasi colorazione partitica pur di spartirsi un bottino di milioni e milioni di euro sia provenienti dalla Comunità Europea che prelevati dalle nostre tasche di poveri cittadini.
Intanto, oltre ai valsusini, a presidiare le zone dove andrebbero effettuati i 91 carotaggi previsti ci pensano anche le Forze dell’Ordine, con un schieramento di oltre 500 agenti alloggiati da qualche settimana in alberghi (con relativi enormi costi di mantenimento per noi cittadini) della zona provvisti dei loro autoblindo. Agenti chiamati dal prefetto di torino ad essere “prudenti e discreti, calmi e tolleranti” con la gente del posto. Tant’è che al primo blocco delle trivelle che volevano fare i primi buchi, gli operai e gli stessi poliziotti, dopo un lungo e sereno colloquio con i circa 500 cittadini presidianti, hanno desistito e si sono ritirati in perfetto ordine nelle loro stanze d’albergo. Eppure lo Stato, sordo ad ogni richiesta di dialogo, anche oggi gennaio 2010, deve assolutamente a tutti i costi realizzare questi carotaggi, altrimenti perde i tanto agognati fondi europei. Povera Italia!