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In ricordo di Vittorio Arrigoni (VIK)



Data: 11 Luglio 2011
Autore: Laura Tussi



I funerali di Vittorio Arrigoni, attivista pacifista, militante acceso, schierato a favore del popolo palestinese, si sono svolti alla presenza di migliaia di persone, numerose autorità e movimenti attivi per la Pace, per la Resistenza Nonviolenta, nell’impegno antifascista contro tutti i poteri e contro le conseguenti ingiustizie sociali che ledono i diritti umani imprescindibili e universali.

L’uccisione di Vittorio Arrigoni a Gaza segue l’assassinio del pacifista pro palestinese Juliano Mer Khamis in Cisgiordania. Tutto il mondo ha condannato
l’uccisione di entrambi. Tutti siamo toccati dal dolore della perdita di Vittorio, nel ricordo della sua voce profonda e piena di sorriso e di umorismo.
Un uomo dedito alla Resistenza Nonviolenta, per rivendicare il diritto alla vita dei più deboli, assassinato in maniera disumana e brutale. Juliano e Vittorio erano rispettati ed apprezzati entrambi per il loro impegno militante e creativo.
Juliano per ispirare una nuova generazione di attori e scrittori a Jenin e per la sua filmografia sulla vita sotto l’occupazione. Vittorio per i suoi apprezzati scritti e per le trasmissioni sulle sofferenze dei palestinesi a Gaza.
Vittorio era impegnato nella ricostruzione del clima di resistenza Nonviolenta, denominato ISM, International Solidarity Movement, contro
l’embargo, per portare solidarietà, giustizia, pace, fratellanza e libertà ad un popolo oppresso, attraverso la semplice parola e la personale testimonianza sulla violenza razzista e sull’ideologia colonialista.
Due vite dedite ai più deboli, agli ultimi, agli emarginati, agli oppressi.
Due esistenze che portano un esempio, un credo profondo nel significato
ultimo, sovversivo ed eversivo della creatività rivoluzionaria, dell’umorismo
dissacrante, del cambiamento costruttivo anche nelle situazioni più atroci, dove il lume della ragione, dell’ingegno, dell’estro creativo, dell’impegno
militante si oppongono alla barbarie distruttrice, all’annientamento umano, al baratro dell’oppressione, all’oscurantismo nazionalista che ottenebra la spinta vitale di persone come Vittorio e Juliano sempre in prima linea sul fronte dell’aiuto solidale, del dibattito leale nel denunciare la verità e la
realtà più atroce, nel sostegno degli altri e attivi nell’impegno morale e solerte per la costruzione di una umanità di pace.

Vittorio, amico, attivista della solidarietà è stato ucciso, dedicando la sua esistenza all’opposizione al fascismo e al potere. Non dobbiamo permettere agli assolutismi infami di riuscire nelle loro tattiche terroristiche.
Infatti dire la verità nell’epoca dell’inganno e della menzogna è un atto rivoluzionario. È certo difficile non avvertire qualcosa di minuziosamente atroce, di perversamente studiato e abissalmente malvagio nell’omicidio
di questo giovane attivista. Tutti ci chiediamo chi sia stato il carnefice. Un gruppo operativo più totalitario di Hamas? I servizi segreti organizzati da
Israele e dal mondo arabo conservatore? Sono domande a cui non abbiamo ancora risposta e che solo il corso della storia potrà rivelare al mondo. Non dobbiamo
dimenticare che siamo ancora gli acerrimi fautori di conflitti in Afghanistan e in Libia.
Il nostro occidente, il nostro Paese, armano dittatori, golpisti, mafie e perseguitano e fanno morire i migranti vittime delle guerre.
Questi tragici avvenimenti devono essere posti in primo piano quando si ricordano le vittime della Nonviolenza e del pacifismo, senza strumentalizzare il conflitto israelo-palestinese, innescato in realtà dall’Europa prima attraverso la crudeltà efferata della Shoah e poi con la costituzione dello Stato di Israele.
“Restiamo umani” non deve scadere nella retorica vacua e ripetitiva dello slogan. È il motto di un impegno a riconoscere e soccorrere gli ultimi
da tutti i mali e tutte le ingiustizie sociali. Arrigoni è protagonista di un
concreto, collettivo, universale attivismo, un ideale per la pace che riscatterà l’umanità intera, nel rivendicare vita, dignità e diritti, nel significato ultimo del comandamento biblico “tu non uccidere”, perché solo la Nonviolenza può salvare il mondo.