Pagina precedente

DRAQUILA [17 maggio 2010]



Data: 17 Maggio 2010
Autore: Paola Meneganti



"Draquila" non è un film che muova al riso; non predomina la satira, non c'è dileggio. Ogni tanto ci scappa un sorriso, motivato dalle reazioni di alcune persone - "terremotate" - che reagiscono allo spossessamento della loro capacità di decidere con reazioni gagliarde e semplici, del tipo "il re è nudo". Per il resto, si rimane stupefatti. Anche lo stesso Bush junior, che guarda Berlusconi emettere borborigmi in un inglese da balera con un'aria tra incredula e divertita, è un po' stupefatto: e questo non diverte, ma aumenta l'imbarazzo. La rabbia. E passino le parole ignoranti, le menzogne, le millanterie, il sorriso ruffiano, l'odor di mafia. Elementi terribili, di gravità inaudita, ma quel che è peggio, infinitamente peggio, anche più del fiume di denaro pubblico che è finito senza controlli e senza regole nelle tasche dei vari Anemone, o della mistura indecente tra soldi, potere, sesso, donne, donne come soldi, sesso come potere, ancora peggio, dicevo, è la ferita democratica che là, a L'Aquila distrutta e dolente, si è aperta. Lo dice una persona nel film: chi è colpito, dolorante, è più debole, più aggredibile, più ricattabile. L'Aquila come prova generale della possibilità di sospendere le libertà e le regole democratiche, senza grande fatica. Un terremoto e la festa di San Giovanni da Copertino sono uguali, dal punto di vista di un evento da gestire nei mille rivoli di denaro senza controllo alcuno. I "grandi eventi" gestiti dalla Protezione Civile, al pari di un alluvione di un terremoto di una frana, e, tra quelli, la maggior parte sono eventi religiosi, con il Vaticano di mezzo. Fa pensare. Si organizzano i campi per gli sfollati e lì non si può volantinare, protestare, mettere striscioni. Non c’è libera circolazione di persone e di idee. Ma chi l'ha detto? Sulla base di quali leggi? Non si sa, ma le forze dell'ordine irrequiete sono lì ad impedirlo. Ebbene, si sta violando la Costituzione: ma del resto, perché stupirsi? I CIE, Centri di identificazione e espulsione per gli immigrati, non sono un esempio di sospensione della legalità democratica? E la madre di tutti gli esperimenti di compiuta eversione delle regole della democrazia, con un parossismo indecente di violenza fascista e di sopruso, non fu Genova G8, nel 2001? E le facce non sono sempre le stesse? Ci hanno provato diverse volte, a sospendere le libertà democratiche. Con gradazioni diverse, in alcune occasioni ci sono riusciti. A Genova, nei CIE, con il "reato" - oscenità giuridica - di immigrazione clandestina, a L'Aquila. Sicuramente da altre parti e in altre occasioni. Ci provano, ci provano. L'opposizione balbetta. Speriamo che non siano tutte prove generali di una messa in scena finale, pronta a svolgersi su un palcoscenico molto più vasto. Questo governo ha una cultura eversiva, compie gesti eversivi, nasce su basi eversive, in una mistura inedita tra Citizen Kane, Ceausescu e un puttaniere da film di serie B. E voglio dire anche questo: per me, è una sconfitta ammetterlo, ma tra i pochi a parlare forte e chiaro ci sono i magistrati. E' una sconfitta, perché la mia generazione ha conosciuto i giudici del "teorema Calogero" e del "malore attivo" di Pinelli: erano i giudici "con la faccia da uomo", cantava Fabrizio De Andrè.
Fiumi di soldi, fiumi di soldi: alla fine, è tutto lì. Quelli che governa e distribuisce la criminalità organizzata. Quelli di cui sa Bertolaso, che è stato ad un pelo dal “santo subito”. Quelli di cui non parlano i TG, di Minzolini e non solo. Quelli per costruire appartamenti che non servivano fatti così e in quel numero lì. Quelli che non si vogliono usare per sistemare quel che si potrebbe sistemare a L’Aquila, città stupenda, che rischia di diventare una città fantasma per sempre. Una TV a schermo piatto, la cucina con tutte le pentole che servono, una bottiglia di spumante “italiano”, chiosa il Caimano, appartamenti che dovranno essere lasciati intatti, quindi neppure si può appendere al muro una foto del matrimonio o del bambino durante la recita scolastica. “Ah ah, bravi, lavorate, la prossima volta porto le veline …”. Ma come abbiamo fatto a ridurci così? E grazie, Sabina Guzzanti, grazie, se non altro per aver sbattuto il mostro in prima pagina.
(P.M.)