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L'ACQUA PULITA E LA LOTTA ALLA MAFIA HANNO DATO VITA AD ALTRE DUE MANIFESTAZIONI



Data: 25 Marzo 2010
Autore: Mario Arnoldi



In preparazione alle votazioni regionali del 28 e 29 marzo, analizzo due richieste, rivolte a coloro che ci governano, che emergono dalle manifestazioni di sabato scorso 21 marzo, una a Roma sull’”acqua pulita per un mondo sano” e l’altra a Milano “contro la mafia”. Queste domande vanno ad aggiungersi a quelle della manifestazione di venerdì 12, convocata dalla Cgil sul lavoro e gli aspetti a questo connessi, e a quella di sabato 13 indetta dal Pd sulla difesa della democrazia e della Costituzione, delle quali ho parlato negli “Appunti” precedenti. Considero gli obiettivi di queste manifestazioni come richieste di programma politico che non possono essere presentate in altro modo al governo, dal momento che questo chiude la via maestra della domanda democratica, cioè il dibattito parlamentare, che è stato in questi mesi quasi totalmente dedicato all’autodifesa del governo e dei suoi rappresentanti attraverso il ricorso ai decreti legge e al voto di fiducia, con il conseguente blocco di qualsiasi ascolto da parte di chi dovrebbe accogliere le istanze di base.

La manifestazione di Roma di sabato 20 marzo si inserisce nell’ambito della “Giornata mondiale per l’acqua”. Proclamata nel 1993 dall’Onu, si celebra nel mondo ogni anno il 22 marzo, perché la carenza d’acqua è un’emergenza mondiale e in alcune aree del pianeta è una vera e propria catastrofe. A essa sono connessi l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la produzione di cibo ed energia. Sono 884 milioni le persone che non possono contare sull’accesso a una risorsa sicura e pulita, mentre il 39 per cento, cioè 2,6 miliardi, è privo di idonei servizi igienico sanitari. “Muoiono più persone per via dell’acqua poco sicura - ha affermato nel suo messaggio il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon - che non a causa di tutte le forme di violenza, inclusa la guerra”. Di qui lo slogan dell’Onu per l’edizione 2010: “Acqua pulita per un mondo sano”. “L’acqua pulita, ha aggiunto il segretario Onu, è diventata scarsa e lo sarà sempre di più sotto l’attacco dei cambiamenti climatici”. “Oro blu” viene detta l’acqua, tanto preziosa. Una sperequazione palese, inoltre, è che chi paga gran parte dell’acqua consumata sono le famiglie e l’industria, nonostante l’agricoltura utilizzi il 70 per cento delle risorse idriche complessive. In Italia uno dei problemi principali è quello delle reti colabrodo, che disperdono in alcuni casi anche un terzo della risorsa, mentre da giugno a settembre, al sud e nelle isole, otto milioni di cittadini non dispongono del fabbisogno idrico giornaliero, cioè 50 litri.

Sono scese in piazza sabato a Roma circa 200.000 persone contro la privatizzazione dell’acqua prevista dal decreto Ronchi: entro il 2011 le società pubbliche per la gestione del servizio idrico cesseranno di esistere e la quota pubblica entro il 2015 passerà dall’attuale 51 per cento al trenta per cento. In pratica questo comporterà la privatizzazione dei rubinetti e l’aumento delle bollette. Ad aprire il corteo, dietro lo striscione del “Forum dei movimenti contro la privatizzazione dell’acqua”, sfilavano i sindaci e i gonfaloni di molti comuni da ogni parte d’Italia. Hanno aderito Legambiente, il Wwf, la Cgil, i Cobas, la Federconsumatori, il Popolo viola, i movimenti No Ponte e No Tav ed anche rappresentanti dei partiti del centrosinistra, esponenti di Sinistra-Ecologia e Libertà, il segretario di Prc, assente ufficialmente il Pd, ma presente con persone significative come Nicola Zingaretti, presente anche il missionario Alex Zanotelli, che ha lanciato un significativo appello. La manifestazione ha percorso il cuore di Roma, da Piazza della Repubblica a Piazza Navona, dove il “Forum” ha promosso tre referendum abrogativi delle norme che hanno privatizzato l’acqua: una “campagna referendaria” per la ripubblicizzazione dell’acqua e per l’approvazione di una legge di iniziativa popolare, già consegnata in Parlamento nel 2007 partirà dunque il 15 aprile prossimo. Gli striscioni erano diversi e variegati: “ No all’acqua privata, gestione pubblica e partecipata”, “L’acqua è di tutti, l’acqua non si vende”. Uno striscione aveva il disegno di un rubinetto da cui scendeva una grande goccia d’acqua blu.

Una seconda importante manifestazione si è svolta a Milano, organizzata dall’associazione “Libera”, fondata da don Luigi Ciotti per la lotta alla mafia e per la gestione alternative dei beni a essa confiscati. Il corteo è partito dai Bastioni di Porta Venezia e si è diretto verso Piazza Duomo, dove era allestito eccezionalmente un palco di fronte al Duomo stesso. E’ stata la prima grande manifestazione antimafia al nord dopo quindici anni. Erano presenti magistrati, giornalisti, poliziotti, carabinieri, politici, imprenditori, sindacalisti, cittadini, e anche cinquecento famigliari di vittime della mafia. Oltre centomila i manifestanti. Per ricordare le vittime delle mafie in Italia sono stati letti novecento nomi di vittime italiane. C'erano anche i parenti delle vittime di altre mafie, di altre nazioni, il figlio di Anna Politkovskaia, i parenti delle vittime dei desaparecidos argentini. Dalla Colombia sono arrivati alcuni rappresentanti del “Movice”, il movimento vittime dei crimini dello stato. Il “Popolo viola” ha sfilato con le foto di Borsellino e Falcone. Il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni e la sindaca di Milano Letizia Moratti, invece, erano a Roma alla manifestazione del Pdl. Don Ciotti nel suo discorso lucido e intenso ha affermato che quella che si sta vivendo in Italia non è solo una crisi economica , ma innanzitutto etica e politica. C’è una concentrazione di poteri, ha continuato, di monopoli, di conflitti, di interessi che logorano i principi costituzionali e mettono a rischio la democrazia. E allora che la politica “torni a essere politica con la P maiuscola”. Il Tg1 delle 13,30 ha taciuto della manifestazione di Libera, preoccupato di non perdere nulla della manifestazione del Pdl. Un aspetto particolarmente interessante. che apre speranze di rinnovamento, è la grande maggioranza di giovani presenti alla manifestazione antimafia, ed in genere al seguito delle iniziative di Libera.

Significativo il fatto che la manifestazione si sia svolta a Milano. Un dossier speciale di “Libera Informazione e Narcomafie” veniva distribuito durante il percorso. Che le mafie siano presenti in Lombardia è provato dal numero di beni confiscati, 665 gli immobili e 165 le aziende, che la collocano al quinto posto tra le regioni italiane per numero di confische, preceduta solo da Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. C’è poi il narcotraffico, con Milano che è la città in cui si consuma più cocaina, in proporzione al numero di abitanti, rispetto al resto d’Europa. Centosettanta i Kg di cocaina sequestrati nel 2008, più di 90 quelli di eroina nello stesso anno.

In Piazza san Giovanni a Roma manifestava il Popolo della libertà. Il conteggio dei numeri dei partecipanti ha raggiunto il massimo della forbice. Siamo un milione ha detto Berlusconi. Centocinquantamila per la Questura! Le foto dall’altro hanno smascherato la grande bugia. Il ministro Maroni stesso ha confermato il numero della Questura. Il problema maggiore è che non si capisce contro chi o per chi il Pdl abbia manifestato. E’ partito di governo di larga maggioranza. Dovrebbe ascoltare le richieste che vengono dalla base invece di essere a favore o contro altri poteri dello stato democratico e in difesa dei propri privilegi. Interessanti al proposito le dichiarazioni della presidente del Pd: “Fa promesse come uno sciamano… adesso vuol curare anche il cancro… l’aspetto più preoccupante è stato il giuramento dei governatori, siamo al populismo più allarmante”.

L’auspicio è che il 28 e 29 marzo si faccia qualche chiarezza non solo per la gestione delle regioni, ma anche per le prospettive politiche future della democrazia italiana.

mario.arnoldi@tempidifraternita.it