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Ernesto Balducci e David Maria Turoldo

profeti e testimoni, a dieci anni dalla loro morte




Balducci - Turoldo

Nel numero di aprile 2002 della rivista Tempi di Fraternità sarà allegato un inserto dal titolo "Ernesto Balducci e David Maria Turoldo profeti e testimoni, a dieci anni dalla loro morte".

Il fascicolo accompagnerà le celebrazioni di Balducci e Turoldo, promosse dal "Coordinamento di gruppi di base" di Torino, che culmineranno in un Convegno il 13 aprile all’Università, dal titolo:
"Ragione con passione. Balducci e Turoldo, profeti ieri e oggi".

L’inserto conterrà in copertina un primo piano dei due testimoni che conversano amichevolmente e, nell’interno, i seguenti articoli:

Il fascicolo sarà a disposizione anche indipendentemente dal numero della rivista e quindi si sollecitano le prenotazioni.




Dibattito sullo speciale di Tempi di Fraternità

a dieci anni dalla morte di P. Balducci e P.Turoldo.

Ancora prima della sua uscita del mese di Aprile, il nostro speciale "Balducci e Turoldo testimoni e profeti a dieci anni dalla loro morte", suscita già grande dibattito ed interesse. Pubblichiamo qui di seguito due lettere pervenuteci via e-mail rispettivamente da Enzo Mazzi e da Maria Teresa Gavazza. Il curatore dell’inserto, Mario Arnoldi risponde al primo degli scriventi.

L'intenzione di produrre uno speciale di Tempi di Fraternità su Ernesto Balducci è buona. Sono però amareggiato per il taglio. Non finite forse anche voi per consegnare la memoria di Ernesto agli specialisti della storia sottraendola di fatto alla non-storia?
"Ci sono plebi immense - disse ad esempio in una conferenza nel 1988 - che vivono fuori dalla storia. Fare storia è già un modo di ricordare il passato in funzione nostra, relegando nel nonsenso non-rilevanza tutto quello che si misura con i nostri parametri… Anche quando abbiamo insegnato a numerare gli anni dalla nascita di Cristo, abbiamo fatto un sopruso. Dobbiamo immergerci nella non-storia, nel tempo sincronico… il vero tempo dell'uomo… quello in cui ci si interroga sul nascere e sul morire".
Il personaggio Balducci non potrà evitare di essere imbalsamato nel tempo diacronico, che - sempre secondo Balducci - è il tempo dei dominatori, i quali in ogni epoca pretendono di omologare a se stessi l'universo dello spazio e del tempo. C'è già chi ad esempio sostiene che il suo dissenso era quello buono, fedele, senza rotture. Si è già pronti ad erigere altari al profeta morto per sacrificarvi i profeti viventi.
Ma se il personaggio appartiene ai morti che seppelliscono i loro morti, al contrario, l'uomo e il cristiano Ernesto Balducci attende uomini e cristiani che lo immergano nel tempo sincronico e che proseguano il suo "esodo".
Un abbraccio affettuoso
Enzo Mazzi
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Caro Enzo Mazzi,
sono stato incaricato di dare un riscontro al tuo messaggio a proposito del fascicolo di aprile di Tempi di Fraternità di Torino su "Balducci e Turoldo testimoni e profeti a dieci anni dalla loro morte", dal momento che mi interesso del coordinamento degli autori e dei relativi articoli del fascicolo stesso. La nostra preoccupazione è la stessa tua: non imbalsamare due persone vive ed attuali per consegnarle agli archivi, ma rendere attuale e sempre vivo il loro messaggio oggi.
Garanzia sono gli autori degli articoli. Maurilio Guasco, accanto al pensiero politico contemporaneo, ha sempre approfondito figure della cristianità più significativa, a cominciare dal suo primo libro sui preti operai, scritto con G. Barra presso Gribaudi nel '67, dal suo grande studio su Romolo Murri ed il modernismo nel '68, sino agli scritti su don Primo Mazzolari ed alla più recente "Storia del clero in Italia dall' ottocento ad oggi", presso Laterza del '97. Una vita spesa per rendere attuali figure significative del passato.
Brunetto Salvarani, nostro direttore, è uno dei maggiori operatori in Italia del dialogo interreligioso, ha diverse pubblicazioni sull'argomento ed organizza dal '97 gli Incontri cristiano musulmani per il dialogo sociale di Modena. Una figura pienamente immersa nel presente.
Bruna Bocchini Camaiani ci darà un quadro della Firenze di Balducci che, per la sua competenza, non potrà che essere vivo.
Per quanto riguarda me, ho conosciuto Balducci nel lontano '65 quando l'ho portato ad Alessandria per la conferenza sul Rapporto Chiesa-mondo dopo il Vaticano II. L'ho seguito poi per tutto il corso della sua evoluzione di impegno e di pensiero sino alla formulazione dell' Uomo planetario e Le Terre del tramonto, temi di massima attualità. Su Turoldo ho scelto di scriverne andando ad intervistare il suo collaboratore ed amico di tutta la vita, P. Camillo de Piaz, che mi ha reso nuovamente vivo ed attuale il messaggio di P. Davide.
Sono venuto a trovarti, Enzo Mazzi, la domenica 7 marzo '99, alle 9, dopo un appuntamento che gentilmente mi hai dato telefonicamente. Abbiamo parlato noi soli più di un'ora. Volevo rivederti e rendermi conto della fedeltà trentennale del tuo vivere il cristianesimo essenziale. Quella domenica la messa è stata detta non sulla piazza, perché tempestava, ma all'interno della sede, e mi ha ridato le stesse reazioni ed emozioni di un tempo. Per altro ogni volta che ho occasione di venire in Toscana o a Firenze non manco mai di fare una visita alla comunità della Badia Fiesolana e, spingendomi un pò oltre, a Barbiana, per riascoltare il messaggio di Lorenzo Milani scolpito nella terra dove è sepolto. Inoltre ho conosciuto diversi ex allievi dell'indimenticabile maestro. Ci sono vari modi di fare storia ed il nostro non è dal presente al passato, ma dal passato al presente per il futuro. Quando avrai letto il fascicolo, ti renderai conto che il nostro progetto non mummifica testimoni e profeti, ma li rende attuali. P. Camillo concludeva la sua intervista con la frase: Balducci e Turoldo ci mancano, se fossero qui oggi non starebbero zitti...e seguì una lunga e commovente pausa.
Cordialmente. Mario Arnoldi

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Condivido le perplessità di don Mazzi, invio una riflessione di Frei Betto.

Un abbraccio

Maria Teresa Gavazza

 

Dieci consigli per i militanti della sinistra

Frei Betto

  1. Mantieni viva l'indignazione.
  2. Verifica periodicamente se sei davvero di sinistra. Adotta il

    criterio di Norberto Bobbio: la destra considera la disuguaglianza sociale tanto naturale quanto la differenza tra il giorno e la notte. La sinistra la vede come una aberrazione che deve essere sradicata. Attenzione: potresti essere contaminato dal virus social-democratico, i cui principali sintomi sono: usare metodi di destra per ottenere conquiste di sinistra e, in caso di conflitto, scontentare i piccoli per non fare cattiva figura con i grandi.

  3. La testa pensa dove poggiano i piedi.
  4. Non si può essere di sinistra senza "sporcarsi" le scarpe là dove il popolo vive, lotta, soffre, è contento e celebra le sue convinzioni e vittorie. La teoria senza la pratica è fare il gioco della destra.

  5. Non ti vergognare di credere nel socialismo.
  6. Lo scandalo dell'Inquisizione non ha portato i cristiani ad abbandonare i valori e le proposte del Vangelo. Allo stesso modo il crollo del socialismo dell'est europeo non deve indurti ad espellere il socialismo dall'orizzonte della storia umana.

    Il capitalismo che vige da 200 anni, ha fallito per la maggioranza della popolazione mondiale. Oggi, siamo 6 miliardi di abitanti. Secondo la Banca Mondiale, 2,8 miliardi sopravvivono con meno di 2 dollari al giorno. E 1,2 miliardi con meno di 1 dollaro al giorno. La globalizzazione della miseria non è ancora maggiore grazie al socialismo cinese che, nonostante i suoi errori, assicura alimentazione, salute, educazione a 1,2 miliardi di persone.

  7. Sii critico senza perdere l'autocritica.
  8. Molti militanti di sinistra cambiano campo quando cominciano a cercare pidocchi nella capocchia degli spilli. Lasciati da parte dal potere, diventano amari e accusano i loro compagni/e di errori e incertezze. Come dice Gesù vedono la pagliuzza nell'occhio dell'altro, ma non il cammello nel loro occhio. Non si impegnano per migliorare le cose. Restano semplici spettatori e giudici e, a poco a poco, sono cooptati dal sistema.

    Autocritica non è solo ammettere i propri errori. E' ammettere di essere criticato dai/dalle compagni/e.

  9. Comprendi la differenza tra militante e "militonto".
  10. "Militonto" è colui che vuole stare dappertutto, partecipare ad ogni evento e movimento, essere presente su tutti i fronti. Il suo linguaggio è pieno di luoghi comuni e gli effetti della sua azione sono superficiali. Il militante approfondisce i suoi legami con il popolo, studia, riflette, medita: si specializza in un qualche tipo o area di attività, valorizza i legami organici e i progetti comunitari.

  11. Sii rigoroso nell'etica della militanza.
  12. La sinistra agisce in base a principi. La destra in base a interessi. Un militante di sinistra può perdere tutto: la libertà, il lavoro, la vita. Ma non i principi morali. Se si corrompe, corrompe la causa che sostiene e incarna. Fa un inestimabile favore alla destra.

    Ci sono persone mascherate da militanti di sinistra. E' quello che si impegna mirando, prima di tutto, a conquistare il potere. In nome di una causa collettiva, cerca prima di tutto il suo interesse personale.Il vero militante, come Gesù, Gandhi, Che Guevara, è uno che si mette a servizio degli altri, disposto a dare la propria vita, perché altri abbiano vita. Non si sente umiliato perché non è al potere, né orgoglioso se vi è. Non si confonde con la funzione che svolge.

  13. Cibati della tradizione della sinistra.
  14. C'è bisogno di preghiera per coltivare la fede, di tenerezza per alimentare l'amore della coppia, di "tornare alle fonti" per mantenere accesa la mistica della militanza. Devi conoscere la storia della sinistra, leggere (auto)biografie, come il "Diario del Che in Bolivia" e romanzi come "La madre" di Gorki, o "Le vigne dell'ira" di Steinbeck.

  15. Scegli il rischio di sbagliare con i poveri piuttosto di avere la pretesa di fare cose giuste senza di loro.
  16. Convivere con i poveri non è facile. Prima di tutto, c'è la tendenza ad idealizzarli. Poi si scopre che hanno gli stessi vizi presenti nelle altre classi sociali. Non sono migliori né peggiori degli altri uomini. La differenza è che sono poveri, ossia persone private ingiustamente e senza che lo volessero dei beni essenziali ad una vita dignitosa. Per questo, stiamo dalla loro parte. Per una questione di giustizia.

    Un militante di sinistra non negozia mai i diritti dei poveri e sa imparare da loro.

  17. Difendi sempre l'oppresso anche se apparentemente non ha ragione.
  18. Sono tante le sofferenze dei poveri del mondo che non si può aspettarsi da loro atteggiamenti che non sono sempre presenti nemmeno in coloro che hanno avuto una educazione raffinata. In tutti i settori della società ci sono persone corrotte e delinquenti. La differenza è che nelle élite, la corruzione è protetta dalla legge e i criminali sono difesi da sofisticati meccanismi economici, che permettono che uno speculatore porti un'intera nazione alla povertà.

    La vita è il dono più grande di Dio. L'esistenza della povertà grida

    di fronte al cielo. Non aspettarti mai di essere compreso da chi favorisce l'oppressione dei poveri.

  19. Fai della preghiera un antidoto contro l'alienazione.

Pregare è lasciarsi interrogare dallo Spirito di Dio. Molte volte evitiamo di pregare per non sentire l'appello divino che esige la nostra conversione, cioè il cambiamento dell'indirizzo della nostra vita.

Parliamo come militanti e viviamo come borghesi, ben sistemati o nella comoda posizioni di giudici di chi lotta.

Pregare è permettere che Dio sovverta la nostra esistenza, insegnandoci ad amare così come amava Gesù, in un modo che crea libertà.

Convegno Balducci - Turoldo

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