Il calcio e’ la metafora dell’Italia d’oggi

Primi passi del governo Prodi


La stampa straniera, prendendo spunto dallo scandalo del calcio, è tornata a parlare del nostro paese. Mi soffermo su alcuni articoli dei paesi europei. (Internazionale, nn. 642/3.06).


Enric González, el País, Spagna, titola “Il calcio è la metafora dell’Italia di oggi” e nei sottotitoli anticipa i contenuti dell’articolo. “Romano Prodi e la sua squadra di governo. Il calcio italiano e i suoi scandali infiniti. Quattordici anni dopo Mani pulite, il mondo del pallone deve ripensare se stesso. Forse sarebbe una buona idea fermare il campionato per un anno. Sperando che piedi puliti non guasti la festa dei Mondiali”. “Fermare il campionato per un anno – dice González - permetterebbe di ricominciare da zero, in un ambiente libero da corruzione, sospetti e violenze ultrà. Soprattutto significherebbe un segnale fortissimo per tutto il paese. Sarebbe una pietra miliare che separerebbe un prima e un dopo, un trauma catartico che farebbe capire a tutti, in Italia e nel mondo, che alla fine il circolo dell’eterno ritorno si è rotto”.


Eric Jozsef, Libération, Francia, inizia lo scritto con “Le dolci illusioni degli italiani” e aggiunge “Piedi puliti impone una riflessione sulla società virtuale in cui viviamo” e continua poi dicendo… “La vicenda della Juventus del signor Moggi impone una riflessione sul ruolo che il calcio e lo sport in generale hanno assunto nelle società postmoderne, in particolare in Italia. Ovviamente lo scandalo Piedi puliti ha una valenza economica ed emotiva enorme. Il mondo del calcio rappresenta ormai qualcosa come il 2% del prodotto interno lordo italiano, tra diritti televisivi, biglietti dello stadio, pubblicità, stampa e marchandising. Il probabile crollo di una società come la Juventus, seguito forse da altri club, rischia di far precipitare una fetta importante del sistema economico. In confronto il fallimento della Parmalat, quello della Cirio, lo scandalo dei bond argentini o la truffa della Bpi di Gianpiero Fiorani erano solo degli spiccioli…”. Dopo aver analizzato come il calcio fosse ancora per gli italiani un “rifugio” da molti punti di vista, conclude affermando… “Ora la palla è in mezzo al campo, con i Mondiali in Germania alle porte. E la squadra azzurra di Marcello Lippi e Gigi Buffon, pure loro coinvolti nella bufera, direttamente o indirettamente, è chiamata a ricomporre il sogno infranto e a restituire ai tifosi le loro dolci illusioni”.


Gerd Schneider, Frankfurter Allgemeine Zeitung, Germania, dopo aver fatto analisi analoghe a quelle dei colleghi europei, afferma… “Ancora non si può prevedere se in futuro toccherà anche al calcio italiano quello che negli anni novanta è successo alla classe politica: un rinnovamento radicale, reso necessario dall’azione dei magistrati, chiamato Tangentopoli, città della corruzione…Eppure il caso della Juventus non va liquidato come un fenomeno esclusivamente italiano. A prescindere da dove vanno a finire i fiumi di denaro, l’imbroglio dilaga silenziosamente. Che si tratti di accordi stipulati sistematicamente prima della partita nella Repubblica Ceca, di intrighi sessuali e ricatti in Belgio o di personaggi come l’arbitro Hoyzer in Germania, il regno delle ombre che incombe dietro al calcio dei professionisti si allarga sempre di più, senza limiti e a una velocità che fa paura”. Interessante l’annotazione che gli scandali non avvengono solo in Italia.


Infine una citazione di Tim Parks, Gran Bretagna, dopo un titolo che riprende uno slogan ben noto ai tifosi italiani – che mai come ora si rivela veritiero, almeno riferito ad alcuni – “Arbitro venduto!”, seguito dai sottotitoli “Tutti sapevano ma nessuno parlava: è la solita storia italiana. La delusione di un tifoso particolare”, racconta che egli va allo stadio Bentegodi di Verona dove ritrova sugli spalti un gruppo di amici. Si pensa che l’arbitro sia la persona che garantisce le regole del gioco e l’imparzialità di giudizio nei contenziosi. “Sbagliato! Ora sappiamo con certezza che è il contrario”. Parks ripete la lista dei brogli che gli arbitri compiono. “L’arbitro torna negli spogliatoi e viene sgridato da questo o quel direttore sportivo. Riceve telefonate minacciose. Capisce che è stato scelto per quella partita perché si vuole un certo risultato…La cosa straordinaria, aggiunge il giornalista britannico, è che non c’è stato un solo arbitro che abbia avuto il coraggio di protestare pubblicamente… Sicuramente Pierluigi Collina sapeva che la sua celebrità gli consentiva una libertà di cui i suoi colleghi non godevano. Era diventato la foglia di fico del sistema, senza pensare che avrebbe potuto sfruttare la sua posizione privilegiata per ribaltare questo stato di cose…Quel che più avvilisce è pensare che questo comportamento non si limita al mondo del pallone ma è radicato in ogni area della vita pubblica italiana… Anche i giornalisti sportivi capivano, ma non hanno detto nulla…Quello che trovo così esilarante, ma anche tremendamente sconsolante, è che, almeno a livello di psicologia collettiva, in Italia non cambia mai niente. E io – conclude Parks - continuerò a guardare il Verona dagli spalti”.


Alcuni provvedimenti per “pulire” il calcio tuttavia sono già stati presi. Giudo Rossi, con un curriculum di tutto rispetto, è stato nominato Commissario straordinario della Fgc dal 16 maggio, a lui tocca il compito di guidare la Federazione del calcio dopo le dimissioni di Carraro. Rossi ha chiamato Francesco Saverio Borrelli a dirigere l’ufficio indagini della Federazione. Da Mani pulite e Piedi puliti, hanno titolato alcuni quotidiani. Gli interrogatori dei personaggi inquisiti, Moggi ed altri, e le indagini delle società che gestivano i procuratori, tra queste la Gea, sono già iniziati.


All’interno di questo quadro non entusiasmante, ci ha consolato il fatto che il governo Prodi abbia ottenuto la fiducia dal Parlamento. E’ stato superato lo scoglio principale della fiducia al Senato, dove la maggioranza era stretta. Il voto di tutti i senatori a vita, soprattutto degli ex presidenti della repubblica, Ciampi tra questi, sono stati significativi. Le proteste e gli insulti dell’opposizione sono segno dell’assenza di ogni senso di democrazia. Non penso che il nuovo governo nasca “in odore di santità”, ma per lo meno ha meno “odore di corruzione” del precedente. Il presidente del Consiglio Prodi ribadisce gli impegni sull’Iraq, tenendo presente il dettame dell’articolo 11 della Costituzione, chiede scusa per le poche donne “ministro” (sarebbe stato bello se le donne fossero state tante!), prospetta stabilizzazione del lavoro giovanile, ripresa economica… Il programma di governo, nel suo snocciolarsi articolato e ricco, dovrà ora diventare realtà. Alcuni appuntamenti, come le elezioni amministrative del 28-29 maggio appena trascorsi, di cui presto sapremo i risultati definitivi, ed il Referendum del 25 giugno prossimo sulla ratifica o abrogazione della Riforma della Costituzione, saranno una conferma da parte del popolo dell’assenso o meno ai primi passi del nuovo governo.


Secondo Libération, il Caimano di Nanni Moretti, visto a settimane di distanza dal clima infuocato della campagna elettorale, acquista una nuova coloritura: “E’ il ritratto di un paese passivo dopo dieci anni di berlusconismo attivo”. Intervistato da Le Figaro Moretti descrive in effetti un’Italia priva di senso dello stato in cui “essere intelligenti equivale ad essere furbi e pagare le tasse è un fatto insopportabile”. Ma nega di aver voluto fare un film politico: “Volevo solo raccontare una storia”. Allo stesso tempo afferma che “se fosse necessario, ritornerebbe ad impegnarsi nella sinistra della società civile ed a scendere in piazza. Una quinta candidatura di Berlusconi sarebbe davvero troppo”. Spero che Nanni Moretti possa continuare a scrivere le sue storie senza dover scendere in piazza!

(1 giugno 2006)

Mario Arnoldi