Dichiarazioni di voto per il centrosinistra

Seconda parte

“Ma la verità è questa: sarà governato nel modo migliore e più ragionevole quello Stato in cui chi deve governare non ne abbia affatto il desiderio, mentre il contrario accadrà se i governanti saranno smaniosi di potere… E’ così amico. Se troverai, per chi deve governare, una motivazione migliore del potere, è probabile che il tuo Stato verrà governato bene: perché solo in quello avranno il potere i veri ricchi, non di oro, ma di ciò di cui debbono essere ricchi gli uomini felici, ossia di un modo di vivere onesto e saggio. Ma se andranno in politica pezzenti affamati di proprietà privata, con la speranza di trarne lauti guadagni, ciò non sarà possibile. Infatti il potere diverrà ambìto, e una simile guerra domestica e civile perderà loro stessi e gli altri.” (Platone, La Repubblica, libro VII, 52O-521 ss.). Alla luce dei classici, farò nuove riflessioni sull’oggi.

La lettura dei programmi dei due schieramenti politici, della Casa delle libertà e dell’Unione, è la miglior preparazione per accostarsi ad un voto cosciente il 9 e 10 aprile. Gli argomenti principali sono Economia e lo Sviluppo: costo del lavoro, liberalizzazioni e privatizzazioni, grandi opere, mezzogiorno; Tenore di Vita: tasse, occupazione, disoccupazione, precarietà; Sicurezza: criminalità, più risorse per controllare il territorio; Immigrazione: i pro e i contro della Bossi-Fini; Stato Sociale: scuola e università, pensioni e bonus; Istituzioni: magistratura, devolution, conflitto di interessi, informazione e tv; Politica estera: Iraq e Medio Oriente; Stato e Chiesa: Pacs e coppie di fatto.

Non avendo la possibilità di svolgere un’analisi completa dei programmi, riferisco alcuni passaggi dell’intervista di Piero Fassino rilasciata a Lucia Annunziata su Rai 3, la domenica 26 marzo scorso.

D. On. Fassino, su tasse e fisco la Cdl sta tentando quella ripresa elettorale fin qui mancata?

“Ma quale ripresa! Fanno solo terrorismo psicologico. Cercano di spaventare gli elettori, agitano fantasmi e spauracchi, come quella panzana che noi, se torniamo al governo aumenteremo le tasse…La verità è che con noi le tasse scenderanno. Prevediamo il taglio di cinque punti del cuneo fiscale a vantaggio di imprese e lavoratori; puntiamo a far scendere le aliquote su conti bancari e postali dal 27 al 20 per cento, una riduzione di ben sette punti che riguarda il 64 per cento di italiani; poi intendiamo applicare questo 20 per cento a tutte le rendite da capitale…I titoli di Stato acquistati con l’aliquota del 12,5 % non verranno ovviamente toccati, i diritti acquisiti saranno salvaguardati…La Cdl e Berlusconi non sono in grado di esibire un bilancio positivo e convincente di questi loro cinque anni di governo e cercano di buttarla in rissa”.

D. Il premier uscente in realtà sostiene di aver approvato una infinità di misure, il bilancio sarebbe più che positivo.

“Facciamolo allora il bilancio del programma del centrodestra al governo. Dopo cinque anni abbiamo: economia a sviluppo zero; deficit pubblico aumentato; occupazione sempre più precaria; redditi familiari falcidiati con potere d’acquisto diminuito. Con un bilancio così fallimentare è chiaro che non gli rimane altro che radicalizzare lo scontro. Ha ragione Prodi : nel 2001 Berlusconi vinse agitando sogni, adesso agita paure”.

D. Vi chiedono dove troverete i soldi per abbassare il cuneo fiscale di cinque punti.

“Una buona quantità di risorse può essere reperita con una seria lotta all’evasione e all’elusione fiscale: Il presidente di Confindustria Montezemolo ha detto che c’è un buon 25% di economia sommersa, una vasta area da recuperare. Già questa operazione consentirebbe il recupero di miliardi di euro. Altre possibilità di entrate. C’è da tenere sotto controllo la spesa pubblica, cosa che Tremonti non è riuscito a fare. Ricordo che noi nel ’96 ci trovammo di fronte una situazione molto critica: il Paese aveva un’inflazione tre volte superiore a Francia e Germania, lo stesso per il deficit di bilancio con il debito pubblico più alto d’Europa. Cinque anni dopo lasciammo un Paese con deficit e inflazione in linea con l’Europa, con un debito pubblico sceso di 16 punti, con un tasso di crescita tra l’1,5 e il 2,5% e soldi freschi in cassa pari al 5% del Pil. Tutto questo a dimostrazione che si può conciliare una politica di risanamento con la crescita…Ma faccio io una domanda…perché non si domanda lo stesso al centrodestra, dove Berlusconi continua a promettere miracoli senza che si sappia come quando e dove reperire i fondi che occorrerebbero?…”. L’intervista ha poi toccato punti del programma in varie sedi dibattuti.

Lo stesso giorno Romano Prodi rilasciava un’analoga intervista a tutto campo.

D. Quali sono le tre parole chiave che possono riassumere l’azione di un futuro governo dell’Unione? gli è stato chiesto.

“Sviluppo, giovani e solidarietà. Se non c’è sviluppo con la situazione internazionale e il bilancio che abbiamo siamo finiti. Per quanto riguarda i giovani occorre lavorare per la fine del precariato. Solidarietà, infine, perché il Paese ha bisogno di giustizia, giustizia e giustizia. E che la gente si senta artefice del proprio destino insieme agli altri”.

Contemporaneamente Silvio Berlusconi procedeva nella sua propaganda elettorale con i soliti slogan e con le cifre dell’economia enfatizzate. Cosa c’è dietro i ritardi nella presentazione della trimestrale di cassa (ultimo trimestre del 2005) da parte del governo? Molti analisti prevedono un buco gigantesco. Edmondo Berselli in un articolo su la Repubblica del lunedì 27 marzo riferiva del discorso del giorno precedente del premier (una domenica speciale in cui si possono mettere in parallelo i discorsi dei vari leaders), dal titolo Strategia della sconfitta: “Con un giudizio molto compassato si potrebbe dire che il discorso pronunciato ieri da Silvio Berlusconi a Napoli è stato anticonvenzionale. Secondo il lessico del Cavaliere, Romano Prodi è un poveraccio, Piero Fassino potrebbe fare da testimonial delle pompe funebri, e i comunisti cinesi, ecco un tocco sopraffino, non si limitavano a mangiare i bambini come tutti i comunisti di questo mondo, ma li bollivano per farne concime. Insomma si è potuto assistere ad un ulteriore exploit del leader estremo, di nuovo nella parte dello scalmanato, del Masaniello irridente, del capopolo che esaspera sino al grottesco i sentimenti del popolo o al popolo attribuiti, li eccita, li aizza, li lancia in orbita nel cielo azzurro dell’ideologia forzaleghista e alla fine contempla lo spettacolo tutto soddisfatto”.

Aggiungo infine alcuni stralci delle Cinque richieste dei lavoratori precari della Cgil, Nuove identità di lavoro, www.nidil.cgil.it., che potrete leggere per esteso sul sito. Richieste precise che saranno recepite in parte maggiore o minore dal programma dell’Unione.

1. Cancellazione della legge 30. Va superata radicalmente la legge 30 e invertita la filosofia su cui si fonda. Il lavoro non è una merce. Per evitare abusi devono essere definiti criteri che distinguano il lavoro dipendente da quello parasubordinato. La nuova legge dovrà anche rimandare, ai contratti nazionali di lavoro, la possibilità di definire regole, limiti e tempi di utilizzo dei contratti non standard. La contrattazione collettiva è garanzia di solidarietà e impedisce la concorrenza sleale tra le aziende che scaricano costi e rischi d’impresa sui lavoratori.

2 Compensi equi. …Il lavoro atipico non deve costare meno di quello dipendente. Gli attuali compensi dei precari…mortificano professionalmente ed economicamente milioni di lavoratori e ne pregiudicano anche il futuro previdenziale.

3. Pieno diritto a maternità e malattia.

4. Inclusione nel welfare nazionale. I lavoratori precari devono aver diritto: al sostegno al reddito nei periodi di disoccupazione e nel passaggio da un lavoro all’altro; alla contribuzione figurativa per i periodi di non lavoro; al reale ricongiungimento di tutti i contributi previdenziali versati superando i limiti della totalizzazione voluta da Maroni…

5. Inclusione nel welfare locale….I lavoratori precari, anche attraverso leggi regionali, devono poter accedere a crediti agevolati e contributi destinati allo sviluppo della propria attività…

Il voto del 9-10 aprile dovrà essere l’espressione da parte degli elettori di esigenze reali del bene comune e non la spartizione dei benefici che il potere può dare ad una singola persona o ad un piccolo gruppo.

 

(1 aprile 2006)

Mario Arnoldi