Caro 2006,

Caro Anno Nuovo, scrivo a te, perché mi sembri trascurato ingiustamente. Quasi tutti scrivono a Gesù Bambino, o a Babbo Natale, o ad altri che sono incaricati di portare i doni ai piccoli ed ai grandi. Effettivamente si sente un certo imbarazzo a scrivere a te, perché non hai un volto ben delineato, come Gesù o Babbo Natale, anzi sei completamente senza volto. Se dovessi disegnarti non riuscirei a far altro che un ovale. Potrei sbizzarrirmi coi capelli, con le orecchie, aspetti periferici, ma non potrei fare gli occhi, la fronte, l’espressione, la bocca sorridente o triste. Tu “non sei ancora”, per questo non hai “appeal”. Gli anni precedenti possono influire sui tuoi tratti somatici e sulla tua vita, relativamente breve, fatta di 365 giorni e 6 ore, ma non più di tanto, infatti il tempo che tu scandisci potrebbe presentare grandi rotture col passato o grandi novità.

Ma c’è un aspetto che mi affascina di te, non è vero che “non sei ancora”, sei piuttosto – e non è poco – ambivalente. Nell’anno che gestirai potranno avvenire cose buone e cose cattive e tu forse puoi fare qualcosa perché prevalgano le prime a scapito delle seconde. Ti suggerisco, se me lo concedi, qualche iniziativa che potresti sollecitare.

Il settembre scorso, facendo il punto della situazione del conflitto israelo palestinese, esprimevo, sia pure con molta cautela, una certa speranza data dallo sgombero dei coloni israeliani dalla striscia di Gaza, su ordine di Ariel Sharon. Molta cautela, poiché già correva voce che sarebbero state costruite nuove colonie in Cisgiordania in cambio di quelle cedute in quel pezzetto di terra dove la popolazione palestinese ed araba avrebbe sommerso in poco tempo quella israeliana. Tuttavia la speranza, come si dice, è l’ultima a morire. Purtroppo si viene a conoscenza che il sospetto era giustificato e, solo in questi giorni, 14 nuove colonie vengono costruite in Cisgiordania. L’aviazione per altro colpisce 9 obiettivi nel nord della Striscia al confine col Libano, distruggendo strade e ponti, in risposta al lancio di razzi. Non c’è pace in quella zona mediorientale e quel conflitto è in qualche modo la madre, o il padre, di tutti i conflitti che si svolgono nel mondo.

Ho visto le immagini del giorno di Natale che mostravano come i cristiani, per accedere alla Chiesa della Natività a Betlemme, costruita sulla grotta dove la tradizione pone la nascita di Gesù, dovessero attraversare diversi controlli ed anche il “muro” che divide quella zona da altre. Quando si potranno intravedere barlumi di negoziati non “finti” per quei due popoli martoriati da secoli, sia pure in modo differente? Tu, Anno Nuovo, hai forse qualche potere di pace che sinora le persone e le divinità di quei popoli – ma non credono tutti nello stesso Dio? - non hanno saputo esprimere?

Un altro problema che mi sta a cuore, e dovrebbe preoccupare anche te, riguarda gli immigrati che in Italia giungono a “barcate” sulle coste e vengono praticamente sequestrati, o incarcerati, nei Centri di prima accoglienza (CPA), per essere poi rimpatriati nei paesi d’origine, dove ritorneranno a fare i “paria” dei ricchi, se già non sono deceduti durante il viaggio. Pochi, in percentuale, si inseriscono nei paesi d’accoglienza. Il problema non è solo italiano o europeo o di quei paesi che hanno coste sul mare, ma mondiale. Le migrazioni, in epoca di globalizzazione, daranno una nuova distribuzione demografica al mondo. Ma chi ha il potere si interessa degli immigrati solo per sfruttarli come mano d’opera a basso costo e non li considera degni di pari dignità di quella di cui noi godiamo ancora. Cos’è cambiato dai tempi degli schiavi, quando gli uomini venivano sradicati dai loro continenti per poter essere usati come mano d’opera nei paesi ricchi? Gli schiavi non avevano libertà, ma almeno un pezzo di pane sì. Durante il colonialismo, i colonizzatori che costruivano infrastrutture nei paesi che occupavano, non creavano forse situazioni meno disagevoli, seppur non ideali? Non è un guardare indietro con nostalgia il mio, semplicemente sottolineo che chi crea le nuove schiavitù non fa passi avanti, nonostante siano migliorate le tecnologie, nell’equa distribuzione dei beni.

Abbiamo visto le foto, nei giorni scorsi, di una squadra di poliziotti che ha circondato un uomo, nero, in un elegante quartiere di New Orleans e gli ha scaricato addosso decine di pallottole uccidendolo. Il fatto è stato ripreso da un videoamatore e molti testimoni hanno contraddetto gli agenti sulla necessità di ricorrere alla forza per fermare l’individuo. La vicenda ha sollevato dure polemiche contro la polizia, accusata di saccheggi, sciacallaggio e abusi dopo il ciclone Katrina. Il fatto fa venire alla mente la pena di morte, le guerre, le torture di ogni paese senza diritti umani.

In Italia, dopo poco più di dieci anni da tangentopoli, è scoppiata la bankopoli. Alcuni dicono che non si possono fare paragoni tra i due fenomeni. Non li faccio. Ma sempre di corruzione alle spalle dei cittadini consumatori si tratta. Casi Cirio, Parmalat, bond argentini, Bankitalia…da chi è guidato il nostro paese? Il governo in carica ha fatto molte leggi, ed iniziative. Ho cercato, e ne ho scritto negli appunti precedenti, se ci fosse qualcosa che tornasse ad interesse dei cittadini. Sono stato deluso. Solo leggi “ad personam”, espressione nobile di origine latina che significava come l’iniziativa tornasse a vantaggio delle persone. Nel caso Italia invece il termine “personam” è stato preso alla lettera, al singolare, singolare maiuscolo. I mezzi di informazione di questi giorni ci dicono ancora una volta che nel 2006 ci sarà una nuova stangata. Su prezzi e tariffe gli aumenti saranno sino a 1000 o 1.200 euro per famiglia. Un carovita oltre il 5%. Il Tesoro afferma che i settori controllati sono in linea con l’inflazione. Le associazioni dei consumatori chiedono il contenimento dei rincari. Pessimista anche la Confesercenti.

Un ultimo accenno alla Chiesa Cattolica. Il nuovo pontefice, Benedetto XVI non promette nulla di buono nei confronti dei problemi che riguardano la sofferenza umana. Non mi riferisco solo alla bioetica, ma alla fame e sete concreta nel mondo e ad altre preoccupazioni care al Concilio Vaticano II. E’ appena uscito il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. Il Catechismo non è un dogma di fede, quindi posso procedere sereno, senza timore di offendere le credenze di nessuno. La prima domanda chiede: “Qual è il disegno di Dio per l’uomo?”. Ed in cinque righe la risposta fa un concentrato di Creazione, Incarnazione, Salvezza dal peccato, partecipazione alla Chiesa ed eredità della beatitudine eterna. Mi ritornano alla mente le prime domande e risposte del vecchio catechismo che mi avevano insegnato da piccolo: “Chi ci ha creato? Ci ha creato Dio”, e quindi: “Chi è Dio? Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra”. Nonostante il clima antimodernista d’inizio novecento di Pio X, c’era una certa saggezza in quelle domande e risposte ancora aperte: del creazionismo in rapporto all’evoluzionismo si dibatte ancora oggi, di Dio si dava semplicemente una risposta quadro, da riempire, un po’ come il tuo volto, Anno Nuovo, vuoto e aperto a tante interpretazioni.

Dopo la seconda domanda “Perché nell’uomo c’è il desiderio di Dio?” sulla quale non posso soffermarmi - ma mi piacerebbe sentire l’opinione degli antropologi, dei sociologi, degli umanisti -, la terza domanda chiede: “Come si può conoscere Dio con la sola luce della ragione?” e la risposta dice prontamente “Partendo dalla creazione…, si può con la sola ragione conoscere Dio come origine e fine dell’universo e come sommo bene, verità e bellezza infinita”. Se con la sola ragione umana si potesse conoscere Dio, essa negherebbe se stessa, poiché raggiungerebbe un oggetto che per definizione la trascende. Ci sono inoltre “ragioni” a bizzeffe, quindi tutti quelli che si rifanno ad una ragione diversa da quella della Chiesa sarebbero esclusi da ogni discorso di salvezza, da ogni discorso “tout court”. Ho sentito molti non credenti – da loro deve giungere la lezione - affermare l’esistenza di un mistero più grande della ragione, del quale non si può dire nulla, ma che ci avvolge, pone un limite all’onnipotenza umana e stimola alla ricerca. Quale ampiezza di orizzonti! Presso la Chiesa invece è tornata la vecchia teologia aristotelico tomista, assolutamente razionalista, che non può dare frutti, perché la ragione per natura sua è limitata e, al pari delle scienze moderne “senza frontiere”, che su di essa si basano, ha creato assolutismi, integralismi e guerre.

Debbo concludere, Anno Nuovo! I miei tre lettori si sono già annoiati. Tu hai ancora il volto pulito, per fortuna. Come in un puzzle si possono mettere su di te tasselli buoni o cattivi. E’ vero che spetta a noi uomini e donne rimboccarci le maniche se volgiamo frutti positivi. Fai però qualcosa anche tu, figlio del tempo, in modo che fra un anno sul tuo viso ci siano occhi vivaci, un naso meno lungo di quello di Pinocchio, una bocca sorridente e tutto quanto può permettere all’umanità di fare un passo avanti nel cammino della giustizia e della pace. Tuo

(1 gennaio 2006)

Mario Arnoldi