Anno 2003

Bush, guardati allo specchio!

Il 27 novembre scorso, all’Università di Torino, Harold Pinter, drammaturgo inglese, uno dei maggiori viventi, ha ricevuto la laurea "honoris causa" e nel discorso pronunciato per l‘occasione ha avuto parole durissime contro Bush e la guerra preventiva annunciata.

Il drammaturgo, dopo essersi liberato dell’incubo personale della malattia, ha affermato di esser ripiombato nell’incubo collettivo, la belligeranza americana che, se esploderà, creerà una spirale infinita di violenza e deflagrerà in una grande catastrofe.

Il presidente Bush da detto di non permettere che le peggiori armi rimangano nelle mani dei peggiori capi di stato del mondo.

Esplode Pinter: "Giusto. Guardati allo specchio, bello, quello che sei tu! Gli Stati Uniti stanno costruendo delle armi molto sofisticate, armi atte a distruggere le masse: e sono pronti ad usarle là dove lo riterranno necessario. Ne hanno più loro di quante ce ne siano in tutto il resto del mondo.Hanno ignorato gli accordi internazionali sulle armi chimiche e biologiche e non permettono a nessuno di ispezionare le loro fabbriche di armamenti. L’ipocrisia insita nelle loro dichiarazioni e nelle loro azioni sembrano quasi uno scherzo".

Sto attingendo al documento originale "The American Administration is a Bloodthirsty Wild Animal", nella traduzione di Sergio De Simone, pubblicato anche da il manifesto del 28 novembre con la traduzione di Alessandra Serra.

Continua il drammaturgo inglese: "Gli Stati Uniti pensano che i tremila morti di New York siano gli unici che contano. Sono morti americani. Gli altri morti sono irreali, astratti, senza importanza. Dei tremila morti in Afghanistan non si sente mai parlare. Delle centinaia di migliaia di bambini iracheni che sono morti a causa delle sanzioni inglesi e statunitensi che li hanno privati dei farmaci essenziali non si sente mai parlare. Degli effetti dell’uranio impoverito, usato dagli USA nella guerra del Golfo, non si sente mai parlare. Il livello di radiazioni in Iraq è spaventosamente alto. Nascono bambini senza cervello, senza occhi, senza genitali. E dagli orifizi delle orecchie, delle bocche e dei retti esce soltanto sangue".

Insiste Pinter nell’elencare la morte e il terrore creato dagli USA: " Dei duecentomila morti a Timor Est, nel 1975, di cui è responsabile il governo indonesiano ma con il consenso e l’incoraggiamento degli Stati Uniti, non si sente mai parlare. Dei cinquecentomila morti in Guatemala, Cile, El Salvador, Nicaragua, Uruguay, Argentina e Haiti, tutte iniziative appoggiate e finanziate dagli Stati Uniti non si sente mai parlare. Dei milioni di morti in Vietnam, Laos e Cambogia non si sente più parlare. Della sofferenza palestinese, fonte principale dell’inquietudine mondiale, se ne parla pochissimo. E’ una pessima cognizione del presente e un’ancora peggiore interpretazione della storia. La tragedia di New York era prevedibile e inevitabile. Una rappresaglia contro i continui e sistematici atti di terrorismo di stato da parte degli USA in tutti questi anni e in tutti gli angoli del mondo".

La tragedia della guerra alla quale andiamo incontro è la più grande catastrofe che può accadere il prossimo anno 2003 sul mondo attuale. Chi ha vissuto gli ultimi decenni del 1900 ricorderà quanto è stata condannata e deplorata la Seconda Guerra mondiale, lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti e dei fascisti. I libri di storia – quelli che oggi alcuni vogliono cambiare per cancellare la vergogna della memoria, pur sapendo che non si cancella la vergogna dei fatti operati – riportano ormai dettagliatamente i fatti tragici di quell’epoca, enumerano i morti, cifre sempre approssimative verso il basso, e riportano gli auspici di allora: mai più guerre, mai più Hiroshima!

Oggi, a distanza di poco tempo, viviamo una situazione ancora peggiore d’allora, esibendo gli Stati Uniti la falsa motivazione della lotta al terrorismo, sicuramente esecrabile, che però non è altro che una risposta al loro strapotere, e nascondendo "dietro un dito" la vera causa della volontà di dominio sul mondo e sul petrolio, strumento necessario del potere.

Pinter auspica che l’Europa possa contrapporsi allo strapotere degli Usa e si dice contento di essere accanto alla lotta dei movimenti alternativi nazionali e mondali che si radunano nei Forum di Porto Alegre, di Firenze e negli appuntamenti strategici.

Intanto le agenzie informano di un incontro dei giorni scorsi tra i capi di Stato dell’Iran e del Pakistan per discutere dell’ipotesi della futura guerra contro l’Iraq e sull’atteggiamento da tenere. Il gioco delle alleanze della regione del Sud Ovest Asiatico si sta rimescolando in vista della guerra preventiva minacciata dalla "Bestia Feroce assetata di sangue", che viene sempre meno condivisa dall’Europa e dalla stessa Inghilterra, sia pure con le dovute distinzioni tra le diverse parti politiche.

Mi avvio alla conclusione con una nuova citazione di Pinter di dieci anni fa dal testo "Moonlight", Chiaro di Luna, seguendo il commento di Guido Davico Bonino. La vita non ha affatto uno "svolgimento armonioso": "il passato è nebbia", il presente non ci offre "né consolazione né rifugio", il futuro è un paesaggio impervio e spettrale: "spine, sassi, ortiche, fili spinati, fosse piene di scheletri di uomini e di donne". I frammenti della nostra esistenza che ci è dato raccogliere sono schegge impazzite di una recente deflagrazione. Il vento della demenza soffia gagliardo su tutta la commedia: "E lo sapete cosa vuol farci credere tutto questo pensare? Eh? Vuol farci credere che è in grado di chiarire le cose, di darci una spiegazione. Ma in realtà che fa? Ve lo dico io. Vi confonde, vi acceca, vi fa girare il cervello, vi stordisce a tal punto che alla fine della giornata non sapete più se siete seduti sul culo o sui gomiti, se state andando o venendo".

All’inizio di un anno nuovo si usa auspicare ogni bene personale e collettivo. Mai come oggi quest’augurio è necessario perché le previsioni sono pessime. Quindi dirò, insieme con alcuni amici pacifisti, "noi disperati non cessiamo di sperare!".

(1 gennaio 2003)

Mario Arnoldi